Nei giorni scorsi si è tenuta a Milano la quarta conferenza nazionale sulle fonti rinnovabili termiche (dette in gergo FER) organizzata da Amici della Terra. L’associazione ambientalista guidata da Rosa Filippini ha l’innegabile merito di accendere periodicamente un grande riflettore su questo tema, facendo rilevare quanto le rinnovabili termiche (biomasse, pompe di calore, solare termico, geotermia) siano ingiustamente poco valorizzate nel nostro Paese.
La scarsa attenzione alle FER termiche viene innanzitutto testimoniata dalla diversa considerazione che hanno negli anni ricevuto dal legislatore, anche in relazione alla quantità e qualità di forme incentivanti (che di contro hanno talvolta “gonfiato” le sorelle maggiori elettriche), o dal singolare dato che il bilancio energetico nazionale non riporta dati completi né sulle tecnologie tradizionali (solare termico e uso geotermico del calore) né sulle forme di energia rinnovabile termica riconosciute più recentemente, dalla Direttiva europea 2009/28/CE (aerotermica, idrotermica e geotermica che utilizzano pompe di calore).
Tuttavia le FER termiche rappresentano un elemento molto importante nel nostro sistema energetico, ed hanno grandi potenzialità.
I dati elaborati da Amici della Terra nel rapporto presentato a Milano dicono che il consumo di energia termica da fonti rinnovabili nel 2011 ha raggiunto 5,3 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) rispetto ai 4,2 previsti come obiettivo dal Piano di Azione per le Rinnovabili (PAN).
Tali consumi sono stati coperti per circa il 70% dalle biomasse, per il 24% da pompe di calore, per circa il 2,5% dal solare termico e dagli usi diretti della risorsa geotermica (125 ktep).
Nel dettaglio: per le pompe di calore, il consumo è stato prodotto da circa un milione di impianti di climatizzazione a pompa di calore utilizzati in edifici come sistema principale per riscaldamento. Il solare termico invece si è basato su circa tre milioni di metri quadrati di pannelli solari termici installati, per una capacità totale di quasi 2,15 GW, utilizzati prevalentemente per la produzione di acqua calda sanitaria. Le biomasse legnose vengono utilizzate da circa 10 milioni di stufe, alimentate al 75% da legna e per il 25% da pellet (un dato che è stato abbondantemente sottostimato nel corso degli anni).
L’energia termica prodotta da fonti rinnovabili sfrutta anche i sistemi di teleriscaldamento. Alla fine del 2011, secondo i dati del rapporto di Amici della Terra, i consumi FER tramite teleriscaldamento si assestavano sui 150 ktep, di cui il 78% prodotto da biomasse legnose (cippato di legna), il 12% proveniente dalla componente organica dei rifiuti avviati a recupero energetico e il 10% dalla risorsa geotermica.
E dunque. Le rinnovabili termiche sono già competitive e sono penetrate nel mercato senza incentivi, al contrario di quello che accade per le rinnovabili elettriche. Ma, secondo Amici della Terra, è quantomai necessaria un’azione di promozione strutturata.
I passi che vengono suggeriti sono: costruire azioni di informazione rivolte al mercato per accelerare la diffusione delle tecnologie termiche; rafforzare gli strumenti di regolazione come gli obblighi di integrazione delle rinnovabili negli edifici nuovi e ristrutturati; utilizzare “meglio” le risorse dedicate agli incentivi statali, privilegiando anche le rinnovabili termiche non ancora competitive, o eliminare alcune distorsioni del sistema, come per esempio la sovra-incentivazione delle biomasse legnose utilizzate per produrre energia elettrica a discapito di quelle utilizzate per cogenerazione.
Giovanni Galgano, managing director Public Affairs Advisors
@GioGalgano @PAAdvisors