Spesso si definisce un’organizzazione o un’azienda innovativa solo perché opera in settori nuovi, o considerati tali dai media. Ma è un errore perché anche in tanti settori ‘tradizionali’ ci sono aziende e organizzazioni che fanno innovazioni di processo, di prodotto o dell’offerta. E dietro a tutte queste innovazioni, ci sono donne e uomini che amano il proprio lavoro.
Persone che hanno fatto loro il proverbio africano “Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa” e che sanno che la vera innovazione è quella condivisa in grado di generare benessere per la collettività.
Quest’intervista fa parte della rubrica Innovatori pubblicata su www.robertorace.com.
Uno spazio in cui proviamo a raccontare le storie degli Innovatori, a scoprirne modi di pensare, predilezioni e visioni del mondo. Cercando di capire meglio cosa ci riservano presente e futuro.
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“La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre.” La massima di Albert Einstein calza a pennello per la figura di Simone Ranucci Brandimarte, imprenditore italiano con oltre 20 anni di esperienza internazionale nel settore del business digitale e dell’innovazione tecnologica.
È co-fondatore e presidente esecutivo del Gruppo DigiTouch, società nata nel 2007, quotata sul mercato AIM Italia dal 2015 e oggi attiva come full digital platform company per accompagnare le aziende nel percorso di digital transformation.
Ranucci Brandimarte, inoltre, è oggi presidente di Meware Srl e di Performedia Srl ed è fondatore e presidente di Yolo Group, società operante nel settore Insurtech.
È stato tra i fondatori di Buongiorno, società di rilievo internazionale nel mobile marketing e nel digital entertainment, presso cui ha svolto il ruolo di managing director di diverse regions internazionali in Europa ed Asia, svolgendo inoltre gli incarichi di CEO e COO fino al 2010 presso Buongiorno Hong Kong, joint venture tra Mitsui e Buongiorno.
In passato è stato inoltre co-fondatore, business angel e advisor di diverse start-up attive in Europa e Asia, tra cui WithFounders, Glamoo e Audiens, e ha ricoperto il ruolo di CEO di GoSwiff, società attiva nei servizi di pagamento su dispositivi portatili (cd. mobile payments).
Brandimarte è international speaker su temi di servizi digitali, Fintech e Digital Advertising.
Chi è un innovatore per te? Perché?
L’innovatore è colui che non accetta il persistere di limiti in determinati contesti, l’esistenza di problemi irrisolvibili, l’impossibilità di cambiare le cose, la visione della realtà in un solo unico modo. L’innovatore è colui che non si lascia scoraggiare da fallimenti e critiche ma ne trae occasione per migliorarsi, che investe tempo nel guardare le cose da prospettive diverse pur di riconoscerne aspetti nuovi. L’innovatore fa del pensiero laterale uno stile di vita e sa che l’immaginazione è più importante della tecnologia. L’innovatore è un coraggioso, specialmente perché è sempre condannato a pensare come innovatore, ovvero diversamente.
Io credo infatti che la vera virtù dell’innovatore sia l’audacia, che gli permette non solo di perseguire le proprie intuizioni ma anche di accettare che spesso – come la storia ci insegna, pensando a Giordano Bruno – si rischia di essere percepiti in modo negativo dal contesto di riferimento.
Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
A mio avviso ci sono due aree di sviluppo tecnologico che cambieranno la nostra vita ed il ruolo dell’uomo nel proprio contesto nei prossimi 30-50 anni.
La prima è l’Intelligenza Artificiale, che ci permetterà di risolvere problemi tuttora irrisolti e di andare ben oltre i nostri limiti in termini mentali e fisici, pur richiedendoci di rispondere ad alcuni interrogativi sull’equilibrio uomo-macchina ed in primis sulla nostra capacità di controllo.
La seconda è l’Esplorazione dello Spazio: stiamo per assistere ad una rapida corsa volta a mostrare all’uomo cosa esiste al di fuori del nostro pianeta. Saranno ancora piccoli passi ma sono i primi che presto dimostreranno come il futuro dell’uomo non è solo sulla Terra.
Un terzo ambito, meno impattante dei primi due ma in grado di migliorare le nostre vite, è l’innovazione legata ai servizi Finanziari (Fintech) ed alle assicurazioni (Insurtech).
Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
Il Leader ha, a mio avviso, tre responsabilità chiare e definite.
1. Deve individuare la direzione e saperla comunicare
2. Deve sapere organizzare le risorse, umane e non, a sua disposizione
3. Deve saper motivare, ispirare, supportare ed essere sempre presente specialmente nei momenti di cielo tempestoso.
Ci sono leader più forti su una o su più aree delle tre, ma il leader completo dimostra un buon bilanciamento di competenze che gli permettono di essere efficace su ogni singola area. Il Leader non deve essere necessariamente un Innovatore, ma sicuramente un Allenatore che pone la crescita e lo sviluppo delle proprie risorse umane sempre ai primi posti della propria agenda. Il Leader emerge in particolare nei contesti complessi e nei momenti di criticità perché sa prendere in mano la situazione, guidando con il suo carisma le persone verso il successo.
Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
Da un punto di vista personale, sicuramente mio padre, perché mi ha insegnato che nella vita sono poche le cose veramente importanti e non bisogna mai perderle di vista. Sempre a lui devo l’avermi insegnato che in modo semplice si possono risolvere anche problemi complessi. E sempre con il sorriso. Ancora oggi seguo questi suoi insegnamenti e a mia volta li sto trasmettendo a mia figlia.
Da un punto di vista professionale direi Stephen Hawking, di cui ammiro molto il coraggio, lo spirito visionario e l’intuizione, che cerco di trasporre anche nella mia carriera professionale. Ho avuto l’onore di assistere alla conferenza internazionale svoltasi nel 2017 a Londra in occasione del suo 75esimo compleanno, durante la quale ha discusso dei recenti progressi della fisica e della cosmologia gravitazionali e del futuro eccitante di questo campo a seguito della recente rilevazione diretta delle onde gravitazionali.
La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
Da un punto di vista catastrofale, la principale paura è che la popolazione mondiale aumenti troppo velocemente prima che l’Umanità apprenda come poter abitare su altri pianeti. Da un punto di vista più personale, la paura è di lasciare a mia figlia un mondo peggiore di quello che abbiamo ereditato noi. La speranza è che nei prossimi 20 anni si riesca a invertire il trend di danneggiamento eco-climatico, seguendo come una bussola il rispetto dei vari ecosistemi attraverso l’applicazione di modelli economici e stili di vita sostenibili per ridare qualità alla nostra civiltà.
Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
Ho sempre lavorato nelle tecnologie innovative e nei servizi resi possibili dalle tecnologie. Oggi sono impegnato su due fronti: dirigo il Gruppo DigiTouch e Yolo. Il primo è una società nata nel 2007, quotata sul mercato AIM Italia dal 2015 e oggi attiva come full digital platform company con l’obiettivo di accompagnare le aziende nel percorso di digital transformation. Il secondo è una società operante nel settore Insurtech. Entrambe le realtà hanno nell’innovazione tecnologica il motore propulsore. E proprio nell’ambito tecnologico mi piacerebbe proseguire nuovi progetti, in particolare nel campo dell’intelligenza artificiale.
La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare.
Gli animali sono probabilmente la fonte più grande di emozioni che si possa immaginare. Tanto gli animali domestici, che riempiono la nostra quotidianità di affetto e attenzioni, quanto quelli selvaggi, che ad ogni safari, immersione ed escursione riescono a suscitare stupore e ammirazione.
La cosa che più mi fa arrabbiare sono il lavoro minorile e la violenza sulle donne perché il rispetto verso il prossimo è un valore imprescindibile, che non può e non deve per nulla al mondo essere violato. E odio chi se la prende con le minoranze e con i più deboli, inclusi i migranti (a buon intenditore, poche parole).