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Sì all’Europa, ma senza la guida Merkel-Macron

Merkel

Stando agli exit poll, le elezioni europee non hanno deluso le aspettative di chi era convinto che da esse sarebbero venuti fuori segnali politici importanti. Quel che sembra crollare è non tanto il fronte europeista, quanto quello degli europeisti che hanno dominato finora a Bruxelles.

L’AVANZATA DEI VERDI

Grazie all’avanzata dei Verdi e al buon risultato dei Liberali, le forze sovraniste e conservatrici non dovrebbero avere i numeri per governare, anche se la loro avanzata è comunque imponente e significativa. A uscire sconfitto è soprattutto l’asse Merkel-Macron, con una netta perdita di consensi della prima e la retrocessione al secondo posto del leader francese. Il primo posto della Le Pen, in Francia, segnala, da una parte, il rapido fallimento di Macron nel creare una nuova forza europeista di centro, dall’altra, la specificità della Francia che è forse, più dell’Italia, il paese europeo ove gli elementi di crisi del modello occidentale classico sono più forti e evidenti.

IL DATO (SIGNIFICATIVO) DELL’AFFLUENZA

Quel che è sicuro, almeno stando a questi primi parziali dati, e anche dall’affluenza alle urne, è che gli elettori credono ancora nell’Europa e nel suo processo di integrazione. Essi chiedono tuttavia a gran voce, nel contempo, che il processo avvenga in altro modo e con un ricambio radicale di classi dirigenti. In una parola, la crisi dell’Europa è effettiva e non può essere risolta ritornando semplicemente al passato. L’acqua sporca è tanta, ma gli europei vogliono comunque che, nel ripulirla, sia salvato il bambino.


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