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World Press Photo, ecco chi ha premiato la foto taroccata

Ora che lo scandalo è scoppiato e il problema è reale, qualcuno deve assumersi le sue responsabilità: la foto del giornalista svedese Paul Hansen, che lavora per il Dagens Nyheter e ha vinto il primo premio del World Press Photo 20, è stata ritoccata. L’immagine è stata scattata lo scorso 20 novembre a Gaza e riprende la processione funebre che accompagna due bambini morti, Suhaib Hijazi, due anni, e il fratellino di tre, Muhammad, avvolti in un telo bianco.

Il sito specializzato Extremetech sostiene che l’immagine è una “falsificazione fraudolenta”, fatta con diverse immagini e che la luce sul volto è frutto di Photoshop. La Fondazione del World Press Photo ha detto in un comunicato che l’immagine è vera ma che in effetti i colori e la luce sono stati modificati. Per questo motivo rivedranno la decisione della giuria.

Nello statuto ci sono pochi dettagli. Forse perché non si sono accorti che ormai la concezione della fotografia è cambiata, che con strumenti come Photoshop o i filtri di Instagram scattare immagini non può essere uguale a quando si usavano i rullini e bisognava studiare la luce, il diaframma, i trucchi non computerizzati ma analogici. La magia dell’analogia.

Chi supporta la Fondazione World Press Photo? Oltre al sostegno della Dutch Postcode Lottery, il premio è sponsorizzato in tutto il mondo da Canon. Altre aziende figurano come partner: Adessium Foundation, Ammodo Foundation, Delta Lloyd Group (sostiene la mostra in Amsterdam), Deutsche Bahn (per la Germania), The Associated Press, Fiat Group, Hilton Amsterdam, Human Rights Watch, Schilt Publishing e SkyNet Worldwide Express.



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