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Bergamini: una vita da mediano stroncata da un amore criminale. Racconti tutto l’ex fidanzata di Denis!

Amore e famiglia criminale. Una vita da mediano stroncata con un assurdo “delitto d’onore”.

Non si è affatto suicidato Denis Bergamini, la cui fine orrenda, per 24 anni, è rimasta senza una plausibile spiegazione. Eppure, già in quel lontano novembre del 1989, gli inquirenti avrebbero dovuto capire che il forte mediano ferrarese del Cosenza, che interessava la Fiorentina, non aveva alcun motivo per togliersi la vita. E avrebbero dovuto seguire la pista passionale, ben più consistente rispetto a quelle del calcio-scommesse e della droga.

I compagni dello squadrone calabrese della fine degli anni 80, e le loro mogli, amiche della ex ragazza di Bergamini, hanno consentito ai magistrati di Castrovillari di far luce su una relazione, finita nel sangue. Perchè non hanno parlato prima ? Eppure, qualche giorno prima della morte di Denis, la biondina di Rende disse alla moglie del centravanti del Cosenza, Lucchetti :”Tizià, se i miei familiari sanno che mi ha lasciato, lo uccideranno !”.

Questa vicenda ci riapre le porte di una Calabria tragica e vetusta, ma ancora, purtroppo, non sepolta, definitivamente, nei polverosi archivi. La regione dei clan, che tramandano ai figli e ai nipoti, anche quando si trasferiscono al Nord, le dure leggi, che non appartengono solo alle  ‘ndrine: il “rispetto”, l”onore”, la punzione, spietata, dei “tradimenti”.

Quando il padre del calciatore, dopo aver appreso la volontà del figlio di troncare la storia con la cosentina, lo mise in guardia (“Guarda che, in Calabria, non si porta via la pelle, se si lascia una ragazza !”), il calciatore gli rispose, con ottimismo : “Ma cosa dici, papà ? Il mondo è cambiato anche qua ! Stai tranquillo !”.

Ancora, invece, il Sud e la Calabria non sono riusciti a liberarsi, completamente, dalle vecchie e ingombranti zavorre del passato.

La stampa, le istituzioni, la Chiesa possono svolgere un ruolo importante per rimuovere i grumi del risentimento, dell’astio e per far capire alle famiglie che- come la moglie di Lucchetti cercò, invano, di spiegare all’ex fidanzata di Bergamini-“nella vita passano tanti tram, prenderai il prossimo”. E non si deve arrivare, mai più, a vendicare l’ “offesa” con la condanna a morte del “traditore”.

Un destino, ingiusto e triste, in primo luogo per quel biondo e generoso calciatore, che fece sognare tanti tifosi del Cosenza, e per i suoi angosciati familiari, che mai si sono arresi alla “verità” ufficiale. Ma anche per l’ex fidanzata, indagata per concorso in omicidio volontario. Dica, finalmente,  tutta la verità, liberandosi di un peso opprimente. Lo meritano i congiunti di Bergamini, ma anche  tanti ragazzi calabresi, che devono essere liberi di amare, ma anche di interrompere legami, ormai appassiti, senza sentirsi minacciati ed essere costretti ad ascoltare cupi avvertimenti, come quelli, che vennero rivolti allo sfortunato Denis :”Piuttosto che sposi un’altra, preferisco che muoia !”.

pietro mancini


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