Il vicepremier Matteo Salvini, in viaggio negli Stati Uniti, ha parlato della crisi venezuelana: “Anche solo lontanamente dare l’idea di poter sostenere un dittatore, un criminale come Maduro non serve, non aiuta nessuno”, ha detto alla stampa a Washington, dopo i primi incontri con le autorità americane. Una dichiarazione che si mantiene in contrapposizione con molte voci all’interno del Movimento 5 Stelle che continuano a guardare con ambiguità il regime venezuelano, ma non genera aspettative…
COMPLETAMENTE DELUSI
Le parole del leader della Lega non hanno entusiasmato la comunità venezuelana in Italia, che non si fa illusioni. Per Luisa Ceccarelli, coordinatrice del partito venezuelano Vente e rappresentante della leader María Corina Machado (nella foto) in Italia, Salvini non ha preso posizione durante il viaggio a Washington, perché la sua è sempre stata una linea chiara, contraria al governo di Nicolás Maduro in Venezuela, ma di poco peso nella coalizione di governo.
CONTRO LA DITTATURA
In una conversazione con Formiche.net, Ceccarelli ha ricordato la discussione con rappresentanti della Lega – e anche del Movimento 5 Stelle – poco prima del voto nel Parlamento italiano per la mozione sul Venezuela: “Abbiamo sempre saputo la posizione leghista, che si mantiene contraria alla dittatura venezuelana. Ci avevano chiesto prima della mozione un dossier per spiegare con numeri e casi alla mano la dimensione della crisi umanitaria del Venezuela e argomentare il perché non avrebbero appoggiato Maduro […] È stato un segnale importante perché ha reso impossibile, anche per il M5S, sostenere la dittatura”. Secondo la rappresentate di Vente ora è arrivato il momento di appoggiare la causa del presidente ad interim, Juan Guaidó, per la convocazione di nuove elezioni libere in Venezuela, dopo l’uscita di Maduro dal potere.
LO STATO DELLA COALIZIONE
Ceccarelli sottolinea che la posizione della coalizione di governo sulla crisi del Venezuela non riguarda molto i venezuelani (che ormai se ne sono fatti una ragione, nonostante la vicinanza storica dell’Italia): “Questa situazione dovrebbe far riflettere gli italiani su come sono messi politicamente, su quale rottura c’è all’interno della coalizione di governo […] Noi non speriamo un cambiamento nella posizione del governo perché finché ci sarà il Movimento 5 Stelle l’apertura non sarà mai totale, resterà molto ambigua. Ora Salvini pronuncia queste parole perché è a Washington, ma cosa dirà se va a Mosca? Perché la presenza dei russi in Venezuela è una vera invasione”.
E GLI ITALIANI IN VENEZUELA?
“Queste parole non possono illudere nemmeno gli italiani residenti in Venezuela – sostiene Ceccarelli -. Nulla si è fatto per loro e i modi per farlo c’erano, se si voleva per davvero. Sarebbe necessaria la creazione di un’unità di crisi alla Farnesina per dare sostegno ai cittadini italiani e aventi di diritto presenti nel Paese sudamericano. Ma non c’è un interesse reale per loro, che sono in condizioni difficili e non riescono a fare nemmeno un documento”.
VERSO LA SECONDA FASE
In questi giorni, María Corina Machado, ex deputata e uno dei volti dell’opposizione in Venezuela, ha dichiarato che spera che Juan Guaidó finisca di alimentare progetti di dialogo e negoziazione e invece bussi alla porta dei veri alleati democratici del Venezuela per risolvere effettivamente la crisi. Ceccarelli spiega che, più che un appello, si tratta di un avvertimento: “Juan Guaidó è un ragazzo combattivo, con una lunga storia politica. È stato in prima fila durante le proteste, è rimasto anche ferito. Il suo problema sono le persone che lo circondano […] La comunità internazionale non ci aiuta più effettivamente, a favore della libertà del Paese, perché non ci sono garanzie, in questi anni si sono formate reti di interessi e di corruzione che restano […] Ora María Corina spera si cambi modus operandi, per fare un passo obbligatorio verso una seconda fase in Venezuela”.