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A Difesa dello Spazio. Il ruolo di Conte e le parole di Massagli

“Un momento molto significativo per lo Spazio italiano”. È così che l’ammiraglio Carlo Massagli, consigliere militare di palazzo Chigi, ha descritto a Formiche.net l’ultima riunione del Comitato interministeriale per le politiche spaziali e aerospaziali (Comint), condita ieri dalla partecipazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenuto accanto al sottosegretario Giancarlo Giorgetti, da lui delegato sul tema, e proprio all’ammiraglio Massagli, che del Comitato è segretario. Rispetto alle precedenti riunioni, la presenza del premier, tra l’altro nei momenti più intensi per la tenuta dell’esecutivo, è apparsa voler sottolineare la delicatezza del momento per il settore. Tra le celebrazioni per il cinquantesimo dall’allunaggio e l’imminente partenza di Luca Parmitano, ci sono da mettere a punto gli ultimi dettagli sulle posizioni italiane rispetto alla ministeriale dell’Agenzia spaziale europea (Esa) in programma a novembre. C’è inoltre da organizzarsi al meglio per salire a bordo del programma con cui gli Stati Uniti puntano a tornare sulla Luna entro il 2024, ma anche da ribadire il supporto all’azienda Avio dopo la prima anomalia riscontrata nella storia del lanciatore Vega.

IL COMMENTO DI MASSAGLI

“Per il team che lavora, insieme a me, alle attività di supporto, coordinamento e segreteria del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e all’aerospazio, la presenza del presidente Conte all’apertura dei lavori della quinta riunione del Comitato interministeriale ha costituito un momento molto significativo”, ha commentato ai nostri microfoni l’ammiraglio Massagli. “È con grande soddisfazione – ha aggiunto – che abbiamo ascoltato le parole di apprezzamento del presidente per il lavoro svolto dal Comitato interministeriale e dalla sua Struttura di coordinamento, in particolare per la definizione del quadro completo dei documenti che comporranno la Strategia spaziale nazionale”.

LA STRATEGIA NAZIONALE DI SICUREZZA

E infatti, insieme alla preparazione alla ministeriale Esa, dalla riunione è arrivata l’approvazione del documento di Strategia nazionale di sicurezza per lo Spazio, richiesta già negli Indirizzi di governo che il premier Conte aveva firmato lo scorso marzo dopo l’approvazione da parte del Comint nel vertice del mese precedente. Si compone di obiettivi e di linee strategiche di intervento, tra cui figurano il potenziamento delle misure di dissuasione e difesa dalle aggressioni contro le infrastrutture in orbita, il supporto all’industria per lo sviluppo di nuove tecnologie e il rilancio delle collaborazioni internazionali.

LE ALTRE NOVITÀ

Nella riunione sono stati inoltre designati cinque dei sette membri del Consiglio tecnico-scientifico dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), con i restanti due che saranno nominati dal presidente dell’agenzia Giorgio Saccoccia, tra l’altro al suo debutto al Comitato dopo l’avvicendamento con il commissario straordinario Piero Benvenuti. Giunti anche segnali positivi sul sistema istituzionale per il settore, a partire dagli apprezzamenti del premier sul lavoro del Comitato e della Struttura di coordinamento. Tutto il Comint ha inoltre accolto con favore la recente costituzione dell’Intergruppo parlamentare per l’aerospazio (lanciato durante l’evento organizzato da Formiche e Airpress), nato con l’obiettivo di sensibilizzare sui temi aerospaziali il Parlamento in modo trasversale, sia attraverso le commissioni sia attraverso i gruppi politici. Così, si legge nella nota di palazzo Chigi, “il Comitato intende avviare delle attività finalizzate a coinvolgere l’Intergruppo sulle tematiche di interesse e in corso di trattazione”. Ribadito poi “il pieno supporto all’industria Avio”, in merito al recente incidente occorso al lanciatore Vega, con la prima anomalia riscontrata dopo ben 14 successi consecutivi (record nel campo dei vettori spaziali).

IL MOMENTO

D’altra parte, la riunione a palazzo Chigi è arrivata in un momento di grande fermento per lo Spazio internazionale. Le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della missione Apollo 11 hanno offerto occasioni di riflessioni profonde sui piani futuri. Per l’Italia, i festeggiamenti hanno un sapore particolare vista la coincidenza con la partenza, domani, di Luca Parmitano verso la Stazione spaziale internazionale (Iss). Ci sono poi i fatti di cronaca recente, destinati ad avere ripercussioni comunque rilevanti. Dalla missione Vega ai problemi del sistema di navigazione europeo Galileo (con la responsabilità che viene data agli italiani), passando per il lancio in pompa magna del nuovo comando spaziale francese da parte di Emmanuel Macron. Le manovre transalpine sono da tenere d’occhio soprattutto con riguardo alla ministeriale dell’Esa di Siviglia, destinata a definire il futuro dello spazio europeo.

LA STRATEGIA ITALIANA

L’Italia sembra comunque essersi attrezzata bene. La nuova governance nazionale ha permesso una gestione coordinata e puntuale del settore. Oltre al Comint, c’è infatti la Struttura di coordinamento istituita presso la presidenza del Consiglio che garantisce continuità, potendo anche contare sulla partecipazione dei rappresentanti della Protezione civile, dell’Ispra e degli organi tecnico-scientifici che supportano il Comitato, a partire dall’Agenzia spaziale italiana (Asi). Inoltre, gli “Indirizzi del governo in materia spaziale e aerospaziale”, su cui è arrivata la nuova spinta del Comint, sono destinati a confluire a breve in due documenti, strategico e operativo. Il banco di prova sarà proprio la ministeriale di novembre. L’obiettivo già dichiarato da Giorgetti è la difesa degli interessi italiani, pure attraverso il rafforzamento della presenza nazionale nelle posizioni apicali dell’agenzia.

VERSO LA LUNA…

Oltre l’Europea, tra i piani italiani c’è (senza ormai alcun dubbio) la partecipazione al programma Artemis, l’ambiziosa tabella di marcia redatta dalla Nasa su spinta diretta del presidente Donald Trump per tornare entro il 2024 sul nostro satellite naturale. Ancora prima, dovrebbe dunque partire la realizzazione del Lunar Gateway, la piattaforma orbitante in orbita cislunare da cui muoversi verso la superficie e (un domani) anche oltre. Lo scorso lunedì, alla residenza dell’ambasciatore Usa a Roma Lewis Eisenberg, sono emersi spazi piuttosto ampi per l’adesione italiana. “Le nuove sfide offerte dal programma Artemis possono rappresentare la prossima fare della special relationship tra Italia e Stati Uniti nello Spazio”, ha infatti spiegato Massagli.

…CON GLI USA

Quella italiana è molto più di una semplice ambizione. Nella lettera inviata a Scott Pace, segretario esecutivo del National space council (Nsc), il governo italiano si è offerto come partner per contribuire con un modulo abitativo del Lunar Gateway, il cui nome, ha notato Massagli, potrebbe essere “Amicizia”, proprio “per il valore che traspare dai nostri rapporti nel campo spaziale”. D’altra parte, aggiungeva l’ammiraglio a Villa Taverna, con il Comint e l’Nsc (che Trump ha voluto re-istituire a livello di vice presidente), Italia e Stati Uniti hanno elevato al massimo livello istituzionale la gestione della politica spaziale. In più, c’è l’evidente apertura della Nasa ai partner internazionali, con l’Agenzia spaziale italiana (Asi) che su questo può vantare la rodata collaborazione sulla Stazione spaziale internazionale (Iss), con i moduli da noi realizzati che hanno permesso opportunità di volo maggiori per i nostri astronauti.



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