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L’evasione fiscale ai tempi di Google e Apple

Dopo i casi clamorosi di evasione fiscale che hanno coinvolto colossi Usa del calibro di Apple a Google, anche l’Unione Europea prova a creare un fronte comune contro i trucchi che permettono alle multinazionali di guadagnare in un paese e poi pagare le tasse dove è fiscalmente più conveniente.Al vertice Ue organizzato sull’argomento sul banco degli imputati sono finiti Austria e Lussemburgo con quest’ultimo che si è portato avanti firmando un accordo con gli Stati Uniti che impone più trasparenza a partire dal 2015. L’Austria invece si difende puntando sul segreto bancario, come spiega Franz Rudorfer direttore della divisione banche e assicurazioni della Camera di Commercio Austriaca. “Il nostro impegno contro l’evasione fiscale è esisto in passato ed esiste ancora oggi. Tuttavia bisogna anche tutelare il segreto bancario e la privacy dei conti correnti che sono importanti per l’Austria come per altri paesi e sono fondamentali per le banche, questo deve essere chiaro”.Ad alleggerire la posizione di Lussemburgo e Austria, il fatto di essere confinanti con paesi come la Svizzera dove il segreto bancario è ancora una ragione di stato. Ma il tema è sempre più prioritario nelle agende internazionali ed è stato inserito nell’agenda del prossimo G8, per volontà della Gran Bretagna che di paradisi fiscale si può dire che se ne intende.



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