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Occhio a Paola De Micheli numero 2 del Pd. L’endorsement di Libero (che non ti aspetti)

L’endorsement che non ti aspetti. Arriva dalle colonne di Libero – a firma Alessandro Giuli – per Paola De Micheli vice segretaria del Pd. Il titolo in prima pagina è a dir poco esplicito: “Quella che comanda il Pd al posto di Zingaretti”: “Paola De Micheli vero leader”.

Giuli comincia così il suo articolo: “In un partito normale Nicola farebbe le fotocopie per Paola e le porterebbe il caffè in ufficio con il taccuino nell’altra mano e la matita dietro l’orecchio, pronto a ricevere disposizioni sulla giornata politica. Ma il Pd, si sa, non è un partito normale e accade così che i ruoli siano invertiti: alla corte del segretario Zingaretti c’è una capa naturale che svetta per meriti propri e per il vuoto intorno a lei: De Micheli Paola, piacentina, scienziata della politica ulivista, fresca vice segretaria del Pd, «cattolica scollata che nessuno si è mai cagata» – paro- le sue, perché è pure autoironica – e che ha attraversato in scioltezza tutte le stagioni e i toni di rosso di cui si sono ammantate le principali leadership democratiche”.

DI CATTOSINISTRA E SECCHIONA

Giuli scrive che “gli antipatizzanti l’accusano di essere stata bersaniana con Bersani, lettiana con Letta, renziana con Renzi e adesso zingarettiana”. Ma aggiunge, subito dopo: “per la verità lei è sempre stata se stessa: emiliana catto-sinistra e secchiona per necessità: orfana di padre a 19 anni, con due fratelli minori cresciuti insieme a sua madre Anna allora quarantaquattrenne, si laurea in Scienze politiche alla Cattolica di Milano dopo aver fatto studiare i più piccoli, inizia a lavorare nel settore agroalimentare, aderisce alla causa prodiana che la porterà in breve tempo nel dipartimento Economia del Pd accanto a Stefano Fassina durante la segreteria del conterraneo Pier Luigi Bersani (2012)”.

Nel ricordarne il tracciato politico, Giuli cita la scelta per Cuperlo al congresso vinto da Matteo Renzi. Che poi, una volta a Palazzo Chigi, la promuove sottosegretario all’Economia. Con Gentiloni presidente del Consiglio “viene nominata commissario straordinario alla ricostruzione delle aree centro-italiane colpite dal terremoto dell’anno precedente”.

Il resto, prosegue Giuli, è storia dell’altroieri.

LUI MOSCIO IN TV MA SA GESTIRE IL POTERE 

“Zingaretti si avvale delle sue indiscutibili doti comunicative. Perché in tivù Paola funziona bene: regge alla grande il conflitto, sa articolare il messaggio economico con una certa autorevolezza, aggredisce l’avversario di turno con capacità seduttive molto feline e un po’ felliniane”.

“A voler essere benevoli con lui – conclude il quotidiano di Vittorio Feltri – , si potrebbe dire che Paola e il fratello di Montalbano si completano a vicenda. Zingaretti è un fenomeno della retroguardia: moscio in tivù e sui social quanto esperto nella gestione del potere di quella grigia struttura fondamentale sulla quale poggia la sopravvivenza di un partito ciclotimico com’è il Pd. De Micheli è invece la cuspide dell’avanguardia, un’ardita del popolo che spunta sulla lavagna i bersagli raggiunti e ricarica subito il moschetto”.


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