A Roma dal 20 al 22 aprile si terrà l’11 incontro dell’International Energy Forum. Lo IEF mette insieme i ministri dell’energia ed i top managers dei più grandi gruppi mondiali. Vedremo dunque sfilare circa 200 delegati ministeriali e più di 50 funzionari di organizzazioni internazionali da tutti i paesi del mondo. La lista dei partecipanti è ricca e decisamente densa; si va dall’Australia al Giappone, Stati uniti, Algeria, Bahrein, Danimarca, Ciad, Egitto, Germania, Kazakhstan, Kuwait, Libia, Qatar, Oman, Gran Bretagna e molti altri. Tutti concentrati sul tema “globale”, l’energia e l’ambiente, termini strettamente legati oltre che interconnessi. Il forum romano dello IEF avrà come suo focus principalmente quattro argomenti: il modo migliore per assicurare alla popolazione mondiale la disponibilità di fonti energetiche, come garantire investimenti sufficienti nel campo delle infrastrutture, la strada verso un futuro di energia sostenibile e la garanzia di una sicurezza energetica, unitamente al dialogo tra paesi produttori e consumatori di energia. In pratica, a Roma si incontrerà il gotha mondiale del settore per coniugare energia ed ambiente e declinare il nostro futuro. E’ sotto gli occhi di tutti quanto strategicamente l’Italia sia indietro rispetto a questi temi. Mentre l’Europa apre al nucleare da noi si ostacola persino la Tav, per non parlare degli inceneritori, osteggiati nonostante i cumuli di monnezza in Campania. Eppure, la drammatica situazione italiana, che avrebbe bisogno di un restyling alla francese così come giustamente dichiarano i firmatari del manifesto dell’Associazione Pimby, per far ripartire un dibattito pubblico trasparente sulle infrastrutture necessarie al nostro paese, sembra suscitare scarso interesse tra i nostri media. Alla conferenza stampa di presentazione del meeting dello IEF di aprile, i giornalisti non hanno fatto altro che parlare di Alitalia, chiedendo a Paolo Scaroni, Ad dell’Eni, conferma o meno della presenza della sua società nella cordata silenziosa alla compagnia di bandiera orchestrata da Silvio Berlusconi. Niente sulla possibilità di riapertura al nucleare. Silenzio assoluto sugli inceneritori. Indifferenza generale sull’alta velocità. Tutto ciò indica chiaramente uno dei motivi per cui si è arrivati alle tristi “giornate di Napoli”. L’assenza di una informazione non vogliamo chiedere troppo con “completa”, ma almeno basilare su certi argomenti. I media in questo hanno svolto il colpevole ruolo di grandi assenti, stigmatizzando, come è giusto, la situazione dei rifiuti, descrivendo le barricate nelle valli del nord per impedire la realizzazione della Tav, ma omettendo di raccontare il dibattito che sempre più animato coinvolge l’Europa e il resto del mondo. Quel dibattito che sfocia nel decidere e poi nel fare, per una maggiore sicurezza e il benessere di tutti. Da noi, invece, ancora si crede alle “bufale” di ambientalisti anacronistici e mai diventati maturi. La posizione italiana sull’ambiente è quella stereotipata di 20 anni fa, mentre il resto del mondo corre e va veloce. A Roma si discuterà del futuro del pianeta, ma i nostri media continueranno a tirare le monetine dei Ching per capire chi comprerà l’Alitalia. Che tristezza!
Brutta la figura dei media su energia e ambiente!
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