Questa mattina in Senato si è tenuta la discussione delle mozioni sulla Tav. Tanti i ministri e rappresentanti del governo presenti, da Riccardo Fraccaro a Giulia Bongiorno, Luigi Di Maio, Erika Stefani e Gian Marco Centinaio, il viceministro Massimo Garavaglia e il sottosegretario Claudio Durigon, il capogruppo Lega al Senato Massimiliano Romeo, cui è seguito l’arrivo a metà mattina a Palazzo Madama del ministro dell’Interno Matteo Salvini, di rientro a Roma e di quello delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. Si è iniziato con l’illustrazione delle mozioni (sei – quattro a favore e due contro – in totale) sotto la tensione altissima tra i due alleati di governo, poi si è passati alle dichiarazioni di voto e alle votazioni, partendo dal documento del Movimento 5 Stelle – in netta minoranza – che è stata bocciata con 181 no e 110 sì.
Da un punto di vista pratico il voto di oggi potrebbe avere un peso relativamente quasi inutile, ma al contrario, potrebbero avere ben altro significato da un punto di vista politico. Infatti, da giorni la Lega – e il suo leader Salvini – non ha fatto mistero di ritenere sbagliato votare no alla Tav voluta dal governo – ricordiamo che lo stesso Conte – quando ha annunciato il sì del governo alla Tav, ha fatto appello al buon senso dei due partner di governo con l’obiettivo è quello di evitare nuove polemiche.
Ma le incognite della giornata sono altre, innanzitutto perché in aula a Palazzo Madama entra in scena Matteo Renzi, che detta la linea nel Pd. A rendere infatti ancora più acceso il clima di questa calda giornata di agosto è stato Renzi, rientrato a Roma appositamente per il voto di oggi. Per giorni il Partito democratico si è diviso sul da farsi. Il leader Nicola Zingaretti e gli esponenti più vicini alla segretaria non avrebbero voluto sommare i voti dem a quelli del centrodestra, la ‘tentazione’ di uscire dall’Aula per far saltare il banco sembrava forte. Anche Carlo Calenda lancia l’idea su Twitter, il capogruppo dem al Senato, Marcucci incalza, ma alla fine tanto rumore per nulla: il Pd decide di votare tutte le mozioni Si-Tav. Passa la linea dei renziani che a Palazzo Madama hanno la maggioranza e la mozione del Partito Democratico – con il sostegno della lega e del centrodestra – è stata approvata con 180 sì e 109 no. Così a fine seduta fa capolino nel salone della bouvette trionfante un Renzi dallo spirito ritrovato del 4 marzo, insieme al fedelissimo collega di banco Francesco Bonifazi, per salutare i tanti, tra colleghi, giornalisti e addetti, che – volenti o nolenti – aspettavano il suo arrivo per trovare delle risposte che sulla carta non ci sono, ma se la politica d’oggi può essere considerata “una pièce teatrale” il protagonista e lo sceneggiatore resta lui.
Sorrisi, abbracci, pacche sulle spalle e con l’augurio di buone vacanze da appuntamento a tutti a settembre perché nella partita Salvini-Di Maio vuole dir la sua. Ci si rivede a settembre, buone vacanze a tutti.