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Questa sera si recita a soggetto

A proposito di classi indisciplinate

La “recita a soggetto” di martedi sera (13.08.19) suggerisce qualche breve riflessione a chi si occupa di scuola, cioè di tags tipo giovani, educazione, futuro, genitori, libertà e simili. E diritti. Chi da anni si occupa di scuola ha il chiodo fisso della garanzia dei diritti, nell’ordine a) la libertà di scelta educativa dei genitori nella consapevolezza che solo la libertà rende responsabili; b) il diritto di apprendere dello studente senza discriminazione economica, cioè senza la sbarra virtuale ma reale che lo Stato ha posto di fronte alla scuola pubblica paritaria, per cui il ricco sceglie e il povero si accontenta; c) il diritto dei docenti a vedere riconosciuta la propria carriera professionale.

Proprio non può non prendere le distanze da certe… classi indisciplinate, anche se si tratta di “onorevoli”.

Si scrivono leggi e fiumi di parole sulla violenza dei genitori verso i docenti, sugli alunni in tenuta da spiaggia in classe, sui cani antidroga col naso all’erta fra i banchi, sull’ignoranza abissale della costituzione che fa confondere parlamento e governo… altro che far west!

Parole, senza alcuna connessione logica e riforme che servono solo a gettare fumo negli occhi.

Arriva un punto in cui il “cittadino” non si sente più tale, in quanto è costretto a vergognarsi di essere rappresentato da un Senato che in una diretta tv (e quante dirette tv dal Parlamento assomigliano da anni a certi talk show da tv trash che pare abbia successo), a fronte di una crisi di governo che getta nuovamente l’Italia nel caos, offre uno spettacolo peggiore di certe scuole eufemisticamente “difficili” – e che meriterebbero i docenti migliori del Paese, pagati quattro volte più degli altri – per cui si assiste all’exploit di scolaretti indisciplinati che nell’ordine

  1. impediscono di parlare ad un senatore, nonché vice ministro, (ma non è andata meglio agli altri … anzi) che deve essere rispettato per il suo ruolo (c’è un rispetto da portare allo status a prescindere, perché la forma è sostanza; e siamo lontani dall’obbedienza fascista, siamo al capitolo “galateo”), e pure urlano… In una scuola appena civile qualcuno avrebbe meritato la sospensione per tre gg con obbligo di frequenza e l’insufficienza in condotta… Ma qui si tratta di adulti, senatori della repubblica italiana, pagati dai cittadini per servirli… dunque lo show è permesso!
  2. mettono in mostra la bella abbronzatura faticosamente guadagnata a caro prezzo (con i soldi dei contribuenti)
  3. o peggio, innestano il disco del lamento dello scolaretto che dice “Maestraaaa! Ma perchè sgrida me e non lui che disturba come me?”…. Queste cose si sentono alle elementari e la maestra che è sul pezzo sa bene come rispondere: “Taci! Pensa a te! A lui ci penso io!”.

Conseguenza oggettiva della sceneggiata: ammirazione incondizionata per il Presidente del Senato, donna delle istituzioni che con equilibrio, fermezza, competenza ha tenuto a bada una “classe” indisciplinata che forse riteneva gli italiani cosi stupidi da poter essere distratti dai temi fondamentali attraverso bagarre da osteria.

Crisi di governo? Ribaltoni? Tradimenti? Inciuci? Nessuna meraviglia con una materia prima del genere…

Si dice: “la parola agli Italiani”, “gli Italiani scelgano”. Bene. Allora, affinchè gli italiani possano scegliere, devono poter comprendere, pensare, decidere. Siano quindi considerati degni di:

  1. discussioni serie
  2. discussioni chiare
  3. discussioni educate, tali per cui quando uno parla l’altro tace e non fa altro.. perché a settembre dobbiamo spiegare ai nostri ragazzi che è bene ascoltare chi parla (docente o compagno che sia) e non parlottare col vicino di banco, o leggere il giornale, o giocare con il cell… basterebbe avere un’idea, anche vaga, del Regolamento del Senato al Cap. XII “Della discussione”.

In estrema sintesi, la recita a soggetto dell’altra sera non è piaciuta affatto al cittadino normale, civile, mediamente intelligente, che legge anche questo giornale, lavora onestamente – magari pure a Ferragosto -, che ha figli in età scolare, paga le tasse e che andrà a votare… forse per chi avrà urlato di meno.


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