Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla. (Martin Luther King)
In un momento cosi complesso per la Nazione, sembra che un dissennato Teatro dell’Assurdo – accordi mai pensati, tradimenti più o meno annunciati, patti tra chi sino a ieri si è odiato e sbeffeggiato – abbia eletto a propria sede il palcoscenico della Politica…
Eppure non tutti i membri della classe politica sono privi di senno; abbiamo uomini e donne oltre ogni schieramento politico dalle idee robuste, dalle visioni lungimiranti che non sono sulla prima pagina dei social perché …non abbastanza “cool”.
Intanto il cittadino, con i suoi like e i suoi click, offre visibilità ai protagonisti dell’assurdo, senza alcuna consapevolezza di quali saranno le reali conseguenze e di quale sarà il prezzo reale delle promesse fioccate dagli uni e dagli altri su tutti gli italiani… Reddito di cittadinanza, flat tax, quota 100: potrebbero sembrare interventi settoriali, “chirurgici”, per guarire la Grande Malata, la nostra societas. Ma non illudiamoci: se pochi godranno di qualche beneficio, tutti pagheranno cari gli errori di superficialità, ignoranza e demagogismo che stanno alla base di scelte irresponsabili.
La tentazione è arrendersi per sfinimento (o per paura? Mai sia…) perché “tanto, cosa si può fare?” Solo il contrario di quello che fanno gli altri: fare appello alla scienza, alla lettura, alla conoscenza e capire davvero le questioni come stanno, chiedendo a chi ha reali competenze, al di là del colore politico, purchè sia equilibrato, sano di mente, ragionatore di testa e non di pancia. Andare al voto, va bene; la parola agli italiani, d’accordo. Ma sarà votata gente che sa quel che dice, perché ha studiato per anni, gente che ha buon senso, che sa come ci si pone istituzionalmente, che si esprime in modo civile, gente per cui non è possibile tutto e il contrario di tutto?
Aveva ragione Sturzo a dire che senza libertà di scelta educativa gli italiani sarebbero stati schiavi: l’impressione è che oggi siano tenuti in ostaggio dai capricci e dalle diatribe di chi non pare aver affrontato, fino ad oggi, la realtà italiana con serietà, studio, analisi, in una parola, cultura.
La senatrice Casellati – in occasione del suo intervento al Meeting in corso in questi giorni a Rimini – ha risposto da persona competente ed equilibrata su alcune questioni ancora aperte (da decenni) Societas, Famiglia e Scuola.
SOCIETAS
“Misure economiche e fiscali, ma anche di ordine organizzativo, per rendere concretamente compatibile il ruolo di genitore e quello di lavoratore: all’Italia serve un intervento legislativo capace di trovare un equilibrio moderno e virtuoso tra la vita privata e professionale delle donne”, secondo i migliori modelli europei.
FAMIGLIA
“Non c’è vera libertà senza la libertà di educare. Il diritto di istruzione, sancito dagli articoli 33 e 34 della Costituzione, deve infatti qualificarsi come diritto a un insegnamento libero e, allo stesso tempo, come libero diritto di insegnare. Le scuole e le Università devono quindi potersi qualificare come luoghi di libero sapere: di libero insegnamento e di libero apprendimento. Allo stesso tempo, garantire ai privati la possibilità di istituire scuole di ogni ordine e grado significa riconoscere il valore del pluralismo scolastico”, come conquista di civiltà.
SCUOLA
“Scuola pubblica e scuola paritaria non si distinguono come sistemi alternativi o in contrasto tra loro, ma sono entrambe espressione di un unico strumento teso allo sviluppo dell’individuo e della collettività. Ecco che, in tale prospettiva, la libera iniziativa nel sistema dell’istruzione si qualifica come una risorsa irrinunciabile“.
La seconda carica dello Stato ha poi sottolineato come i nuovi “percorsi formativi” con al centro scuola e famiglia “non possono prescindere dalla necessità di garantire la piena attuazione del diritto ad avere un’istruzione equa, efficace e significativa, di cui fa parte integrante la effettiva parità scolastica, in armonia con il dettato costituzionale. Perché non c’è vera libertà senza la libertà di educare”.