La Russia non disdegna la proposta francese, sostenuta dal governo degli Stati Uniti, di aprire di nuovo le porte del G7. Tuttavia, l’offerta dovrebbe essere presentata in maniera ufficiale a Mosca per prenderla in considerazione. Il portavoce del ministero degli Affari esteri russo, Maria Zakharova, ha spiegato alla stampa che l’iniziativa per il ritorno della Russia al vertice, dovrà essere precisata perché la Russia la possa considerare.
Secondo Zakharova, i commenti pubblici del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e del presidente della Francia, Emmanuel Macron, sul rientro di Mosca al G7 dovrebbero trasferirsi alla sfera professionale: “È necessario riportare la discussione di questo tema dall’ambito pubblico a quello professionale, nel caso il G7 voglia avere un formato serio”. I leader di Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Francia, Germania, Italia e Giappone si riuniranno da domani nell’ambito del G7 nella città di Biarritz.
La proposta di invitare di nuovo la Russia è stata respinta dal governo tedesco. Il portavoce Steffen Seibert ha spiegato che la situazione che ha provocato l’espulsione, cioè, la crisi della Crimea, non è cambiata.
NUOVE SUL CASO NAVALNYJ
Così come non è cambiata anche la situazione dei dissidenti in Russia. Dopo 30 giorni in carcere, l’attivista politico Aleksej Navalnyj è stato rilasciato dal centro di detenzione speciale, e molti analisti si chiedono fino a quando sarà libero. Il leader dell’opposizione russa è stato arrestato per avere organizzato una protesta contro gli ostacoli posti alle candidature indipendenti alle elezioni municipali di Mosca previste l’8 settembre a Mosca lo scorso 27 giugno. Un reato da punire, secondo le autorità russe, che si sono avvalse dalla legge per lo svolgimento di raduni e cortei.
Il tribunale ha deciso di rilasciare Navalnyj per motivi di salute, in quanto ha avuto una “reazione allergica acuta”, situazione che ha fatto temere un possibile avvelenamento che però non è stato ancora confermato.
All’uscita del carcere, Navalnyj ha denunciato “atti di terrore” da parte del governo russo, che però non fermeranno le proteste: “Il movimento continuerà a crescere e il regime si pentirà amaramente di quanto ha fatto”.
SALPA L’AKADEMIC LOMONOSOV
L’Akademic Lomonosov, la prima centrale nucleare galleggiante della Russia è partita oggi dal porto di Murmansk verso la penisola di Chukotka, la punta orientale della costa artica. Lì comincerà ad operare a dicembre. Il viaggio di più di 5000 chilometri ha scatenato le polemiche perché tante organizzazioni temono una catastrofe ambientale.
La nave ha due reattori nucleari KLT-40S di 35 megawatt ed è stata costruita per resistere ai tsunami e altri disastri naturali. Soprannominata il “Chernobyl galleggiante” da Greenpeace, l’Akademic sarà la prima centrale nucleare in mare per generare elettricità che rifornirà le zone più lontane della Russia.
PRESENZA RUSSA NEL MEDITERRANEO
Mosca naviga anche in acque mediterranee. Un gruppo di navi registrate dalla Flotta del Nord della Federazione Russa sono state avvistate ieri nel Mar Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra. La presenza è dovuta ad una serie di operazioni ed esercitazioni nella zona. In una nota ufficiale, la Flotta del Nord della Russia ha spiegato che le imbarcazioni guidate dall’incrociatore Maresciallo Ustinov ha attraversato lo stretto di Gibilterra, entrando nel Mar Mediterraneo. Le navi parteciperanno ad alcune operazioni e attraccheranno in diversi porti.