Pier Luigi Battista, editorialista del “Corriere della Sera”, attaccato a piazza del Popolo e sul blog di Beppe Grillo e? E ‘ riprovevole rispondere alle critiche, avanzate dagli organi di stampa sulle posizioni del movimento, “mitragliando”, personalmente, i giornalisti e dando a loro di “servi” o “maggiordomi”.
Ma si dovebbe evitare di presentare ai lettori una immagine caricaturale del M5S-sottovalutando lo tsunami, che ha provocato nel teatrino politico e nel Parlamento- e descrivendola come una associazione di persone incolte e sprovvedute, che si occupano, soprattutto, di diarie, di tagli, o meno, agli stipendi e agli emolumenti e di “rendicontazione” delle spese. Di gran lunga preferibili loro ai tanti notabili, che usavano i fondi pubblici per arricchirsi.
Inopportuno, sotto il profilo politico e storico, l’accostamento, fatto da Battista, in una intervista, tra i “grillini” e gli spietati killer delle Brigate rosse, che definivano i giornalisti, prima di ferirli o ucciderli, “pennivendoli e servi dell’infame regime delle Multinazionali”.
Al contrario, sinora, la protesta e l’opposizione al governissimo, anche grazie alla mediazione e al filtro nelle istituzioni del M5S, hanno contribuito a incanalare, nell’alveo del dissenso, netto ma civile e non violento, il malcontento, l’insoddisfazione, il malessere, la frustrazione. Che manifestano estesi settori e vaste aree del Paese nei confronti delle deboli, deludenti e insufficienti risposte delle maggiori forze politiche, dei sindacati e dell’esecutivo alle tante emergenze nazionali, in primis la crisi economica e la crescente, specie nel Mezzogiorno, disoccupazione, soprattutto quella dei giovani.
Pietro Mancini