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L’Ue pronta a nuove sanzioni contro Maduro. Pressing dagli Usa (anche sull’Italia)

“Non ci importa delle sanzioni dell’Unione europea, non ci importa nulla, ci fanno solo ridere”. Con queste parole, pronunciate in una conferenza stampa, Nicolás Maduro ha commentato le nuove misure imposte dall’Europa contro il regime del Venezuela.

“Purtroppo (l’Ue) mantiene ancora la sua politica di stare dietro ad un atteggiamento di sottomissione nei confronti della politica di Donald Trump contro il Venezuela – ha sostenuto Maduro – […] È una strada senza uscita. L’Ue affonda nel fango di una politica fallita di cambiamento di regime di Trump contro il Venezuela”.

Tuttavia, il leader del regime ha detto che tende la sua mano ai Paesi europei ed è disposto a sedersi ad un tavolo per una negoziazione. “Cominciamo un dialogo rispettoso – ha aggiunto – tra simili per superare le nostre differenze attuali e perché loro (l’Ue, ndr) abbiamo una via d’uscita per quel vicolo ceco nel quale li ha condotto Trump sul Venezuela”.

Dopo mesi d’inerzia, l’Unione europea ha raggiunto un accordo per sanzionare sette membri di alto livello del regime venezuelano per violazione dei diritti umani. La “lista nera” europea ora conta con 25 nomi, tra civili e militari. Tra le sanzioni c’è il divieto di ingresso nel territorio europeo e l’embargo di beni. Ugualmente, l’Europa ha imposto limitazione all’esportazione di armi e prodotti per le telecomunicazioni.

La prossima campagna di pressione del presidente americano contro il regime venezuelano sarebbe diretta proprio agli alleati diplomatici. Il capo della Casa Bianca vuole che Europa e America Latina aumentino le sanzioni multilaterali per creare pressione politica e psicologica contro Maduro ed i suoi. L’obiettivo: confiscare conti in banca e vietare i viaggi in tutto il territorio europeo e latinoamericano.

Elliott Abrams, inviato speciale degli Stati Uniti per il Venezuela, ha detto in un’intervista al quotidiano Miami Herald, che l’amministrazione americana sta esercitando pressione sui Paesi dell’Unione europea e del Trattato di Rio perché aumentino le sanzioni unilaterali fino ad arrivare allo stesso livello di Washington: “Sarebbe stupendo che le persone coinvolte in crimini del regime non possano viaggiare in America Latina […] Hanno conti correnti, quindi, ci sono tante forme di pressioni. Pensiamo che aumentare la pressione da parte delle democrazie europee e latinoamericane è un’efficace forma di pressione politica e psicologica contro il regime […] Vogliamo più sanzioni da parte dell’Ue”.

Secondo Abrams la strategia è essere ancora più specifici ed identificare più nomi: “Credo che dobbiamo in realtà identificare le persone con le quali vogliamo cominciare. Il meccanismo è importante perché non c’è molta legislazione a riguardo sulle sanzioni economiche, ma ci possiamo mettere d’accordo”. Le scelte di sanzioni unilaterali da parte degli Usa si stanno esaurendo, per cui è importante trasformare il caso del Venezuela in un dossier multilaterale.

Per questo il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha parlato della crisi del Venezuela con il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio durante la visita a Roma. E dell’urgenza di fare “fronte comune” contro il regime perché si tratta di “una sfida necessaria”. “Gli Stati Uniti hanno chiesto il supporto dell’Italia per far fronte a Nicolas Maduro” – ha detto il segretario di Stato -. Che si è rivelato incapace di gestire la situazione nel suo Paese”.

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