Skip to main content

Grillo vada in TV! E Marino ringrazi Bettini non Letta e Rodotà!

La flessione M5S è stata provocata, alle amministrative di domenica e lunedi’ scorsi, da aspettative di cambiamento, andate deluse, nei 3 mesi seguiti al trionfo di febbraio. Tale delusione ha indotto all’ astensione gli elettori, precendentemente confluiti sul M5S.

Insomma, una sorta di ripensamento dei cittadini nei confronti di quello che era stato un voto di indignazione, giusta, contro la partitocrazia e la casta, che aveva, ed ha, in  Grillo il suo alfiere e catalizzatore. Sbaglierebbero Beppe e Casalleggio, qualora se la prendessero con il “destino, cinico e baro”, come faceva Saragat, quando il suo PSDI veniva bastonato agli elettori. Pensino, piuttosto, a nuove e più incisive forme di comunicazione.  Almeno in qualche occasione importante, sarebbe opportuna la presenza in TV del comunicatore genovese.
Il Pd e il Pdl festeggino pure lo scampato, ma si tratta di un effimero successo. E la vittoria, al primo turno, di Marino su camerata  Gianni “Aledanno” non ci azzecca nulla con l’esecutivo e non va attribuita al governo Letta-Alfano.

E neppure con Rodotà, che è un giurista cosentino, mentre gli elettori romani hanno premiato quello che hanno ritenuto il candidato, e il progetto, più credibile di cambiamento, dopo 5 anni di malgoverno dell’ex finiano. Il primo artefice, sin dalle primarie, del trionfo del cardiochirurgo ligure è stato Goffredo Bettini, già sponsor della prima sindacatura di Rutelli e di Veltroni.

Alfano e il gruppo dirigente del PDL comprendano che, quando si vota, il partito non può, sempre, affidarsi a “San Silvio”. A Roma, non occorreva de Gasperi per comprendere che Alemanno andava collocato a riposo e bisognava puntare su una candidatura nuova e più fresca.

Ma il PDL deve ripensare anche il rapporto con la Lega Nord, senza continuare a obbedir, tacendo, alle imposizioni del Carroccio, che ha proposto dei vecchi e usurati personaggi, come la Dal Lago e Gentilini, trombati dagli elettori di Vicenza e Treviso.

Pietro Mancini



×

Iscriviti alla newsletter