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E-commerce, siti di abbigliamento al centro di un’inchiesta

Altroconsumo su e-commerce

Altroconsumo ha realizzato un’indagine comparando la qualità del servizio di e-commerce reso da sei differenti portali web. Il risparmio è reale?

 

Se fino a qualche anno avere un computer non era così comune come adesso, possiamo dire che dalla sua diffusione il mondo è cambiato, anche e soprattutto quello del commercio. Perché ormai la maggior parte dei negozi, soprattutto le grandi catene, hanno un negozio parallelo in rete, a cui si può avere accesso a qualsiasi ora del giorno e della notte. L’unico inghippo è che se non si ha una carta di credito non si possono fare acquisti online. Per questo motivo, se ancora non se ne possiede una, è consigliabile mettere le migliori carte di credito a confronto per trovare quella più adatta alle proprie esigenze.

 

La diretta conseguenza dello sviluppo dell’e-commerce è stata l’incremento esponenziale del numero di acquisti effettuati tramite carta di credito e, stando alle stime diffuse, il settore dell’abbigliamento è il più gettonato dagli utenti. Altroconsumo ha così deciso di realizzare un’indagine comparando il servizio di e-commerce reso da sei differenti portali e valutando l’effettiva convenienza dell’acquisto in rete in questo settore specifico.

 

L’Associazione ha realizzato lo studio acquistando un abbigliamento su ognuno dei siti oggetto dell’indagine (Groupon, Glamoo, Buyvip, Privalia, Saldiprivati e Showroomprive) e comparandone le diverse politiche aziendali, dalla misurazione dei costi di consegna alla politica di resi, passando per la chiarezza e completezza delle informazioni messe a disposizione dei visitatori, oltre che a eventuali commissioni applicate all’uso dei principali circuiti come MasterCard, Visa, American Express e altre).

In complesso sono emerse scarsa trasparenza e una decisa approssimazione organizzativa, il tutto accompagnato da una pressoché totale mancanza di informazioni chiare e direttamente accessibili. Tutte le homepage dei portali analizzati presentano un link diretto alle condizioni di vendita, offrono una qualche forma di contatto elettronico e sottolineano che provare il capo è consentito prima di restituirlo. Soltanto tre siti su sei hanno tuttavia predisposto un’apposita sezione dedicata alla politica di resi aziendale, e solo uno (Buyvip) ha pensato di mettere a disposizione del cliente un numero verde per richiedere informazioni.

Il tempo di attesa per ricevere la merce acquisita è risultato estremamente dilatato (si va da un minimo di 10 giorni a un massimo di 25) ed anche i tempi per ottenere il rimborso in caso di resa del prodotto sono apparsi eccessivamente prolungati (da un minimo di 5 giorni a un massimo di 13). La politica di prezzi applicata prevede infine che le spese di spedizione non siano incluse nel prezzo di vendita e che quelle di restituzione del prodotto siano quasi sempre previste a carico del cliente.


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