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Siria, alleati e valori comuni. Il debutto di Guerini alla Nato

Tra Siria, spese per la Difesa e 5G, quello di Lorenzo Guerini alla Nato è stato un debutto denso di appuntamenti. Con il rappresentante permanente d’Italia presso l’Alleanza, l’ambasciatore Francesco Maria Talò, il ministro della Difesa è a Bruxelles per il periodico vertice con i colleghi dei Paesi alleati.

UN’AGENDA FITTA

L’obiettivo è spianare la strada al summit di Londra, dove a dicembre si riuniranno i capi di Stato e di governo per il summit che chiuderà le celebrazioni per i settant’anni dell’Alleanza lì dove ebbe sede il primo quartier generale. Eppure, già alla vigilia la ministeriale Difesa si preannunciava tutt’altro che meramente interlocutoria. La nuova crisi siriana e le insofferenze di diversi Paesi membri per l’iniziativa della Turchia, membro storico della Nato, complicavano un’agenda già densa, tra Afghanistan e spese per la Difesa, con le nuove richieste Usa a rispettare l’impregno del 2% affidata al capo del Pentagono Mark Esper. In extremis, come se non bastasse, si è infilato anche il tema del 5G, per cui le pressioni americane hanno trovato sponda in Jens Stoltenberg, il segretario generale pronto ad aprire i lavori auspicando “nuovi requisiti comuni per la resilienza delle telecomunicazioni, comprese le reti 5G”.

L’INCONTRO CON STOLTENBERG

In tutto questo si inseriscono i consueti appuntamenti bilaterali. Guerini ne ha avuto uno con lo stesso Stoltenberg, che un paio di settimane fa aveva incontrato a Roma Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Il segretario generale, ha spiegato il ministro della Difesa, “ha riconosciuto il nostro significativo contributo alle missioni dell’Alleanza; l’Italia attribuisce alla Nato un ruolo fondamentale per il mantenimento della stabilità internazionale”. Parole non casuali, che seguono la scie di quelle pronunciate dal capo dello Stato Sergio Mattarella alla Casa Bianca accanto a Donald Trump, e da Conte con Stoltenberg. Difatti, a fronte della debolezza sul tema del budget (davvero troppo scarso rispetto al 2% previsto), la linea italiana prevede di spingere gli alleati a considerare maggiormente il contributo alle missioni comuni, superando una visione rigidamente importata al cash. Su questo, lo stesso Mattarella citava il nuovo risultato raggiunto con l’F-35, ovvero il dispiegamento italiano in Islanda che ha portato l’Alleanza per la prima volta nella quinta generazione.

LA PREOCCUPAZIONE PER LA SIRIA

Non c’era però solo il burden sharing nell’incontro con Stoltenberg. “Abbiamo condiviso la preoccupazione per quanto sta avvenendo in Siria e concordato sulla necessità di perseguire una soluzione politica, anche nel contesto dell’Alleanza, e di non vanificare gli sforzi compiuti nella lotta al Daesh”, ha spiegato Guerini. D’altra parte, proprio a Roma il segretario generale aveva espresso per la prima volta la propria preoccupazione per l’iniziativa di Ankara, nel giorno del via all’operazione Fonte di Pace. Poi, dopo la tregua della scorsa settimana, la tensione sul campo è diminuita, ma i timori di molti alleati non si sono placati. D’altra parte, al rischio di escalation militare si somma quello strategico. Dopo l’acquisto dell’S-400 russo, l’accordo raggiunto a Sochi tra Recep Erdogan e Vladimir Putin conferma l’ipotesi di uno scivolamento a est della Turchia, un’eventualità che la Nato non può accettare.

I BILATERALI CON UK E GERMANIA

Diversi gli incontri bilaterali con i colleghi di altri Paesi. Guerini ha incontrato l’omologo britannico Ben Wallace, con cui ha discusso di “minacce emergenti alla sicurezza, programma Tempest e cooperazione industriale”. D’altra parte, uno dei primi atti dell’ex presidente del Copasir alla guida del dicastero, sebbene già predisposto dalla gestione precedente, fu proprio l’adesione al progetto del Regno Unito per il caccia di sesta generazione, accolto con soddisfazione da tutto il comparto nazionale. La scelta si profila tutt’ora quale alternativa all’asse franco-tedesco, ma non per questo si traduce nel taglio (impensabile) dei rapporti con Parigi e Berlino. Non a caso Guerini ha incontrato a Bruxelles pure la collega tedesca Annegret Kramp-Karrenbauer, anche lei al debutto dopo aver preso il posto di Ursula von der Leyen, approdata invece alla guida della nuova Commissione europea. “La cooperazione tra Italia e Germania è strategica e crediamo vada ulteriormente rafforzata”, ha spiegato il ministro italiano. Tra i temi che saranno oggetto di un prossimo incontro a Berlino, ha aggiunto il ministro, “il ritorno alla piena operatività della missione Sophia”, attualmente prorogata ma senza la sua parte navale.

I VALORI COMUNI

Poi, l’incontro con il ministro spagnolo Margarita Robles Fernandez. “Al centro del colloquio – ha spiegato Guerini – il rafforzamento della cooperazione bilaterale e la comune attenzione per le problematiche del fianco sud dell’Alleanza”, su cui Madrid rappresenta una sponda importante per le richieste italiane alla Nato. Prima di tutto, però, accompagnato dall’ambasciatore Talò, il ministro ha incontrato la delegazione a Bruxelles e tutto lo staff italiano, civile e militare, impiegato nel quartier generale della Nato. “Rappresentate al meglio i valori comuni di Italia e Nato nella vostra attività quotidiana”, ha detto Guerini, soffermandosi tra gli altri con Antonio Missiroli, assistant secretary general per Emerging Security Challenges. Domani è previsto il consueto focus sulla missione Resolute Support in Afghanistan, a cui l’Italia contribuisce con circa 800 militari. Non si prevedono ritiri, ha spiegato in apertura Stoltenberg, poiché occorre evitare che il Paese diventi terreno fertile per la rinascita dell’Isis. Su questo, la linea italiana è la stessa: si andrà via tutti insieme, solo quando le condizioni lo permetteranno.

(Foto via Twitter: @guerini_lorenzo)

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