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Il caregiver declinato al maschile. La nuova sfida di #Afiancodelcoraggio

La figura del caregiver, di colui o colei che presta cure a una persona malata o impossibilitata a prendersi cura di se stessa, sarà al centro della quarta edizione di #Afiancodelcoraggio, il premio letterario voluto da Roche per sensibilizzare circa le difficoltà dei malati oncologici.

L’edizione 2018/2019 era stata dedicata all’emofilia, il racconto vincitore, che guarda la malattia con gli occhi di un gruppo di ragazzi che per la prima volta vivono la malattia da adulti e senza l’ausilio dei genitori, è stato trasformato in uno spot, “Guardami sto volando”, interpretato da Fabio De Luigi.

L’edizione 2019/2020, presentata ieri a Palazzo del Commendatore, è dedicata invece agli uomini, dai padri ai nonni, ai mariti e ai figli che accompagnano le donne con una patologia oncologica nel percorso della malattia. Una scelta non banale e chiama gli uomini a non farsi da parte ma a vivere da protagonisti una delle sfide più difficili che possa riservare l’esistenza.

Il racconto vincitore, scelto da una giuria popolare e una giuria tecnica presieduta da Gianni Letta e che vanta nomi come Enrico Vanzina e Carlo Rossella, sarà poi trasformato in uno spot trasmesso sulle reti Mediaset e nelle sale cinematografiche messe a disposizione dai partner dell’iniziativa. “Credo che vada posta molta attenzione sulla sensibilizzazione che noi vogliamo portare sul ruolo del caregiver declinato al maschile”, dice a Formiche.net il presidente e amministratore delegato di Roche Italia Maurizio de Cicco (in foto con Gianni Letta). “Generalmente si immagina che quello del caregiver sia un ruolo femminile in realtà conosciamo storie di papà, compagni, mariti, amici, figli in cui la donna percorre il suo viaggio di sofferenza insieme all’uomo. Noi vogliamo far emergere quanto sia importante questo ruolo e crediamo sia fondamentale parlare di speranza perché è un cammino che in tanti casi trova un porto sicuro”.

Nel corso della presentazione è intervenuta sul palco, tra gli altri, anche Rosanna Banfi attrice, ristoratrice e figlia di Lino Banfi che ha raccontato la storia della sua malattia, un tumore al seno e del percorso di guarigione. Se per Rosanna Banfi gli uomini della sua vita, a iniziare dal padre, al marito, al figlio, sono stati punti di riferimento importanti nel percorso di guarigione, lei stessa racconta che troppo spesso ha ascoltato storie di donne abbandonate dai propri mariti al presentarsi della malattia. “Purtroppo è vero, capita. L’uomo è meno coraggioso della donna, noi facciamo fatica a sopportare la sofferenza ma anche perché la donna in tanti casi è da esempio, è lei che cura la famiglia”, continua il presidente de Cicco. “Detto ciò è bello parlare anche di uomini che sono in grado di curare e dare coraggio. Noi vogliamo far venire fuori tutte le storie belle, perché ce ne sono”.

La strada da seguire è dunque quella di valorizzare le storie di coraggio per fornire un esempio al quale fare riferimento quando mancano le forze. “L’esempio delle storie raccontate questa sera può fare molto”, conclude de Cicco. “L’uomo è più timido, più riservato nel dimostrare il dolore perché sembra che sia quasi un aspetto che lo tocca nella sua mascolinità. Invece il dolore, la sensibilità e l’amore sono esperienze che toccano ognuno di noi e scappare non serve a nulla. Serve invece restare perché avere qualcuno accanto a cui aggrapparsi in momenti difficili, come quelli della malattia, ma anche nella vita di tutti i giorni, è fondamentale. Testimoniare le storie di tanti uomini coraggiosi, anche attraverso un concorso letterario e uno spot, serve a tanti, alle donne e soprattutto agli uomini”.



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