La missione e della vocazione delle Banche Popolari resta quella di sempre, al servizio delle comunità e dei territori. Anche nel futuro. Come è stato sottolineato nel convegno “Le Banche Popolari nel nuovo millennio: fiducia alle famiglie, alle imprese e al capitale umano”, tenuto oggi a Roma, il Credito Popolare ha saputo accompagnare e sostenere, in particolare nel corso dell’attuale crisi, le famiglie e le piccole e medie imprese e, più in generale, lo sviluppo dell’economia nazionale.
Nel corso del convegno, organizzato da Assopopolari, si è sottolineato come le banche del settore abbiano saputo reggere il confronto con la crisi, continuando a svolgere il loro ruolo tradizionale di sostegno territoriale e alle Pmi e rappresentando quindi un tassello significativo nel percorso unitario del nostro Paese.
“La cooperazione non è solo un meccanismo anticiclico”, ha osservato il docente dell’Università statale di Milano Giulio Sapelli. “Il microcredito di certo non è nato in Bangladesh”, ha sottolineato, aggiungendo d’altra parte che per uscire dalla crisi è necessario decidere la separazione tra banche d’affari e banche commerciali.
Ma di ostacoli sul percorso delle Popolari ce ne sono. “Un’eventuale trasformazione in Spa di una Banca Popolare, anziché stimolare lo sviluppo di un efficiente mercato creditizio e finanziario per le imprese locali porterebbe solo ad un drastico sfruttamento del territorio per favorire realtà ritenute più profittevoli anche se molto più rischiose e prive di sicura valenza sociale, con conseguenti rilevanti danni all’economia reale. I vantaggi di governance connessi alla trasformazione della banca popolare in società per azioni sono tutti da dimostrare”, ha sottolineato Anna Cinzia Bonfrisco (Pdl), della Commissione Bilancio del Senato, riferendosi al piano di trasformazione in Spa della Banca Popolare di Milano.
“Sono contraria all’esistenza di un unico modello societario. Perché la Spa dovrebbe rappresentare l’unico modello di riferimento nel mercato? Un confronto tra sole Spa non equivale immediatamente a concorrenza di mercato”, ha concluso la senatrice.