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Il Corriere della Sera frena sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. E la Casta?

Il nuovo sistema che prevede l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti dovrebbe entrare in pieno regime dal 2017. Ma già fa discutere. Tra i partiti, in piena apprensione per il loro futuro, e sui giornali.

Tra le varie pagine dedicate all’argomento, sorprendono quelle del Corriere della Sera. Il quotidiano di via Solferino non sembra entusiasta del disegno di legge che il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare oggi. Sì, proprio il giornale che si è reso da anni protagonista di una dura campagna anti Casta, orchestrata secondo il parlamentare del Pd, Massimo Mucchetti, ex vicedirettore del giornale, da Paolo Mieli per favorire la discesa in politica di Luca Cordero di Montezemolo, oggi frena sul tema.

Ed è proprio Sergio Rizzo, l’autore insieme a Gian Antonio Stella del libro best-seller sugli sprechi e i privilegi dei politici, a firmare l’analisi “Quando passare da uno estremo all’altro porta al paradosso”. Il giornalista commenta ironico: “Passare da un estremo al suo opposto: tipica specialità italiana. Non poteva perciò fare eccezione il finanziamento pubblico dei partiti, fino a poco fa il più generoso dell’Occidente, e per il quale tutti ora vogliono recitare il de profundis”. Ed elenca tutti i paradossi che la “mazzata” del governo Letta porta con sé, come il fatto che il Pd per ovviare alla situazione imbocchi la “triste via degli ammortizzatori sociali”. Pd che tra l’altro è guidato da “nientemeno” l’ex capo della Cgil, Guglielmo Epifani.

Il Corriere ospita poi l’intervista di Fabrizio Roncone all’ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti che si scaglia contro il provvedimento dell’esecutivo guidato dal suo collega di partito Enrico Letta. E nel magazine Sette rincara la dose anche l’editorialista di punta di via Solferino Aldo Cazzullo: “Letta e Renzi sbagliano a mettere i partiti in mano ai privati, in questo modo preparano per la sinistra un altro secondo di sconfitte”. Secondo il giornalista infatti la riforma avvantaggerà soprattutto Silvio Berlusconi, che già controlla tv, quotidiani e periodici visto che in Italia, a differenza degli Stati Uniti, il 95% degli industriali è di destra.

Nella sua rubrica, Italia sì, Italia no, Cazzullo mette l’abolizione del finanziamento pubblico tra i “no” insieme alle canzoni di Sanremo “imposte” da Alitalia sui suoi aerei. Musica per le orecchie della Casta.



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