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Quando Giulio fa il Cesare

Ci eravamo disabituati a leggere di “alta” politica. Le parole di Giulio Tremonti in una intervista pubblicata oggi sul Foglio ci restituiscono quello che forse avevamo obliato e che certamente in maniera colpevole ci hanno sottratto. Quando l’informazione si basa quasi completamente sulle liti da cortile tra ministri ed esplode lo scontro istituzionale, condito da battutacce a dir poco grevi, leggere le parole dell’ex ministro dell’Economia mette le ali ai piedi, un po’ come Redbull. Una riflessione seria, rigorosa, approfondita quella di Tremonti, che – indipendentemente dalle idee di ognuno di noi e dalle varie appartenenze politiche – non può che sollevare un plauso di approvazione e condivisione. Lo switch da un “free trade” al “fair trade”, il ritorno alle radici filosofiche del liberalismo politico ed economico che poneva un limite al mercatismo già dalla formula: “mercato se possibile, Stato se necessario”, l’idea che ormai le ideologie dovrebbero essere sostituite da un sano realismo, che non ha alcun colore proprio come nel nuovo corso della Francia di Sarkozy, tutto questo ci eravamo (e ci avevano fatto) dimenticati. E’ un vero peccato che non ci siano più “cesari” nella nostra politica come il Giulio che oggi ci spiega le pieghe nascoste del termine “crisi”, senza prestare il fianco a banalizzazioni di matrice propagandistica o retorica. Un bravo, bene, bis a Tremonti oggi ci sentiamo di scriverlo tutto!



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