Skip to main content

Scuola/ STORIA DI VITA FAMILIARE VISSUTA

Roby Bianchi e Susy Capasso, alunni di 5^ primaria, abitano nello stesso condominio. Roby sta al 3° piano, Susy al terreno, perché è la figlia del portinaio. Bambini intelligenti, vivaci: i Genitori desiderano una buona scuola per loro.

I Bianchi, con due bambini, lavorano entrambi a tempo pieno come quadri in due società di servizi; i Capasso, con tre figli, pure lavorano, lui come titolare della portineria e la moglie come collaboratrice in una società di pulizie, a tempo parziale. I coniugi Capasso hanno lavorato diversi anni in Francia e da qualche anno sono in Italia, avendo trovato lavoro in patria.

A 30 mt. da casa una scuola secondaria di I grado c’è: seria, inserita del Sistema Nazionale di Istruzione e quindi pubblica, con bravi docenti e ottimi risultati in uscita nei licei dei dintorni. Sarebbe comodissima per i Genitori. Si va ad informarsi insieme, i 2 bambini con i 4 genitori. Presentazione dal parte del preside, con illustrazione del PTOF, poi visita guidata del gruppetto.

Termini di Iscrizione secondo la normativa. Contributo al funzionamento: euro 5.000,00 annui.

«Che cos’è?», chiedono i Capasso.

Preside: «Il contributo che la scuola pubblica paritaria è obbligata a chiedere alle Famiglie, altrimenti non può funzionare».

I Capasso: «Ma come mai? Noi paghiamo le tasse anche per la scuola. In Francia  non c’era altro da pagare per la scuola. La famiglia sceglieva e iscriveva…» Pausa, quindi riprendono: «Noi non possiamo scegliere? Perché? Noi non possiamo pagare 5000 euro all’anno per la scuola… abbiamo il mutuo e altri 2 bambini più piccoli».

Preside: «Già! Avete ragione…infatti la Costituzione italiana, all’art. 2, dice che (estrae dal plichetto di documenti una edizione tascabile e legge) La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. A voi lo Stato non riconosce il diritto inviolabile indicato all’art. 30: E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, cioè non vi consente di scegliere la scuola per loro (nel Servizio Nazionale di Istruzione, si capisce, non una scuola a caso) e in più vi discrimina perché non avete i soldi, mentre dovrebbe tutelarvi, perché all’art. 3 dice che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Voi, cari signori Capasso, per lo Stato non siete né liberi né uguali ai Bianchi perché non avete i soldi per esercitare la libertà di scelta educativa che vi spetta… Ed è chiaro che uno è libero quando può scegliere… E’ giusto che la Legge preveda la scelta: infatti la 62/2000 dice che il Servizio Nazionale di Istruzione ha due gambe: la scuola pubblica statale e la scuola pubblica paritaria. Entrambe pubbliche. Dunque prevede una scelta. E la Costituzione afferma che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico».

I Capasso ascoltano, smarriti: «Ma come è possibile? In Francia non era così… Ci risulta, da parenti in Germania e Svezia, che pure loro possono scegliere…».

Il preside continua: «Proprio così. Italia e Grecia sono le uniche in Europa in questa situazione». Si fa serio e moderatamente teso: «Voglio essere più specifico, e anche sincero: non parliamo, poi, dei nostri docenti (me compreso), lavoratori del tutto discriminati! Abbiamo gli stessi titoli di chi lavora nella pubblica statale, i nostri alunni conseguono titoli validi legalmente come quelli della pubblica statale, ma i nostri stipendi, che dipendono dal contributo (ingiusto) dei Genitori, è molto più basso…».

I Capasso si guardano negli occhi: «Terribile! Allora dobbiamo proprio andarci”.

Preside: “Dove?».

I Capasso «Alla UIL, alla CISL, alla CGIL… E’ l’ultima difesa che ci resta. Il sindacato si è sempre occupato dei diritti delle famiglie e dei lavoratori. Sennò che ci sta a fare? ».

Roby Bianchi si è iscritto, Susy Capasso no.

Per approfondimenti, un recente studio “Analisi dati Ocse-Pisa” (clicca qui)


×

Iscriviti alla newsletter