Ho letto il primo libro di Maria Letizia Sercia, Profumo di cous cous, percorso di una vita con sprazzi di ricordi gioiosi di una bella famiglia unita.
È un racconto molto intimo che riporta emozioni miste a ricordi e sensazioni della vita di una bambina felice con i suoi genitori e le due sorelle.
Un diario di viaggio con appunti e date di momenti vissuti, da un’infanzia trascorsa tra il paese nativo, l’Italia, e quello straniero dove la famiglia di origine era vissuta e cresciuta, lasciando dietro sé legami e nostalgie.
Letizia Sercia racconta qui, attraverso aneddoti, sprazzi di luci e di ombre, sorrisi e rimproveri per marachelle infantili, affetti e legami, il suo vissuto. Protagonista è sempre la complicità, talvolta la solidarietà, che emerge non solo tra le mura domestiche, ma che diventa anche fil rouge di nuove amicizie e, talvolta, di nuovi amori.
Tutto è toccato a volo d’uccello. Non si vuole approfondire perché non è il dettaglio che cambia l’ordine delle cose, non è l’evento che cambia l’andamento e le scelte di una vita.
L’autrice non vuole focalizzare i proiettori sulla sua vita, qualunque essa sia.
Non è solo la vita di una bambina o di un adolescente o di colei che diventa donna e vuole dare un ritmo e un obiettivo alle sue scelte. L’autrice ci porta nel suo diario per condividere emozioni dove ognuno di noi, in modo diverso, si può ritrovare. Non c’è rimpianto, non c’è tristezza, ma c’è sempre l’allegria, la gioia e la spensieratezza di una bambina vivace anche quando quest’ultima diventa una donna matura.
Siamo frutto dell’insegnamento che riceviamo. Siamo noi stessi anche quando siamo consapevoli dell’educazione ricevuta, forti dell’esempio dei nostri genitori, o, talvolta, dei fratelli maggiori, ai quali vogliamo opporci, a secondo della fase di vita che stiamo vivendo, emulare.
Ma poi la vita, come qui ben descritta, ti sorprende e ti fa cambiare repentinamente sentiero. La vita ti porta a conoscere e ad amare, o comunque ad accettare, situazioni che non avresti mai previsto accadessero. Anche la tristezza qui è trattata con leggerezza, mentre il dolore sfiora la vita di Letizia così come trapassa quella della sua esistenza. Ma la sua vita è determinata dal profumo di couscous che rende tutto più poetico.
Il profumo invade il nostro olfatto ma non solo, anche gli altri nostri sensi. Il profumo del cous cous, così com’è il suo sapore, ci inebria riportandoci all’essenza delle origini. Qui il profumo da immateriale si materializza. Da essenza dei legami familiari, diventa essenza che indica strade future.
Il cous cous ci guida attraverso il suo profumo in una nebbia di ricordi a volta vividi e a volte semplicemente abbozzati, come tutte le emozioni che serbiamo dentro noi.
Esiste un cassetto di ricordi?
Non importa se il nostro cassetto di ricordi è vuoto o pieno, ma è fondamentale che sia semplicemente riscoperto, aperto svuotato o reintegrato.
Lì poi scopriamo anche i nostri sogni, i nostri desideri, e forse le nostre paure. La stessa paura che ci porta a non volerlo mai aprire per poi scoprire che abbiamo negato a noi stessi visioni ed aspirazioni, o che la vita ci ha portato poi a percorrere altri percorsi.
Letizia Sercia ha una visione della sua vita, che qui ripercorre lucidamente senza rimpianti, affrontando la scelta coraggiosa di custodire, dentro il suo cuore, solo l’amore e la bellezza che la vita le ha donato.
Non si abbandona a pietismi commiserevoli, non si piange addosso anche quando la vita le volge le spalle la sua carica positiva vacilla. La sua forza, la sua capacità, e soprattutto la sua ironia, l’aiutano a reagire e a scoprire sempre un lato positivo che va vissuto fino in fondo.
Profumo di cous cous è uno spartito musicale che vi offre solo la traccia di un pentagramma dove voi potete ritrovare le vostre note o comporre la vostra musica.