Il calo dei sinistri e gli aumenti tariffari per la responsabilità civile smorzano gli effetti negativi legati al calo della raccolta assicurativa nel ramo vita.
In tempi di crisi, la prima reazione da parte dei consumatori non può che essere una, stringere la cinghia e cercare di tagliare sulle spese non essenziali. La difficoltà sta anche nel riuscire a capire cosa sia essenziale e cosa invece no. Bisogna poi capire se anche le spese ritenute inevitabili debbano per forza di cose mantenersi su determinati standard di spesa o se, invece, possano essere ridotte anch’esse. Le assicurazioni, ad esempio, sono da considerarsi costi non eliminabili, ma riducibili sì. Su internet è possibile porre le assicurazioni migliori a confronto e individuare le polizze più economiche, ottenendo tagli sui costi di svariati euro.
Il calo del potere d’acquisto delle famiglie ha portato in Italia ad una netta contrazione dei consumi. Questo ha innescato un calo generalizzato dei fatturati delle imprese, un po’ in tutti i settori. Un recente Rapporto Istat rivela la difficoltà generale, dalla quale sembrano salvarsi (se così si può dire) le attività finanziarie e, appunto,la stipula di assicurazioni.
Le compagnie di assicurazioni on line e tradizionali reggono l’urto della crisi grazie soprattutto al ramo danni, e agli aumenti delle polizze Rca. Questi guadagni, secondo l’Istat, servono anche a controbilanciare le perdite sul ramo vita, nel quale si registra una pesante contrazione a causa del ridotto potere d’acquisto degli italiani.
I consumatori spendono solo per ciò che è strettamente obbligatorio, basti pensare che la propensione al risparmio delle famiglie nel 2012 si è ridotta sia nel confronto con l’anno precedente, sia ancor di più rispetto al 2008 che individua il periodo pre-crisi. Non si può rinunciare quindi all’Rc auto, anche se i prezzi lievitano.
Per le compagnie, inoltre, il settore auto è stato particolarmente fruttifero anche grazie alla riduzione degli incidenti e, di conseguenza, le erogazioni dei risarcimenti.I settori che in questo momento invece se la passano proprio male, stando al Rapporto dell’Istituto Nazionale di Statistica, sono quelli legati alle attività industriali ed agricole, ed alle costruzioni.
Comunque per il settore delle costruzioni, in particolare facendo riferimento al comparto dell’edilizia, una boccata d’ossigeno potrebbe arrivare già subito con il bonus ristrutturazioni confermato dal Governo fino a fine anno, e con l’ecobonus al 65% sui lavori per l’efficienza energetica fino al 31 dicembre per i condomìni.