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Cosa farà Matteo Renzi. E cosa non deve fare il Pd

Ma Matteo Renzi si candida alla segreteria del Pd o no? È la domanda che ci si pone leggendo l’ennesima intervista del sindaco di Firenze, oggi al Corriere della Sera, ieri a Repubblica e Stampa, domenica a Il Giornale, in cui rivela che potrebbe scegliere di scendere in campo ma sempre a determinate condizioni.

Formiche.net ha cercato di capire qualcosa di più da un deputato renziano doc come Angelo Rughetti che nell’intervista elenca anche una serie di errori che sta commettendo il Pd, a partire dal governo Letta e per finire con Flavio Briatore…

Andiamo con ordine.

Onorevole, Renzi ha deciso cosa fare?

Il problema che Renzi pone non è il suo destino personale, se farà o meno il segretario ma cosa vuole fare il Pd. Se vogliamo riprendere temi vitali come il lavoro e l’economia, se vogliamo dettare una linea sulle riforme, serve un partito con la schiena dritta e un’immagine forte. E per questo è interesse del partito chiamare “Matteo”.

Come giudica il Pd sotto la nuova guida di Epifani?

Il Pd è in una fase di transizione e non si può chiedere di più a Epifani che si è sacrificato in una logica di servizio per il bene del partito. Su alcuni temi però dovremmo essere più propositivi, incidere di più.

Quali temi?

Penso per esempio all’Imu. Siamo andati troppo a rimorchio del Pdl, è stata presa come un’emergenza e per ora non è costata un euro. Ma il conto prima o poi arriverà. Avremmo dovuto far sentire di più la nostra voce su cose altrettanto importanti come il non aumento dell’Iva.

Che pensa della nuova squadra scelta da Epifani?

Non commento nello specifico perché nei giorni scorsi si era fatto il mio nome e non vorrei che qualcuno pensasse che il mio giudizio dipenda dal fatto che non ne faccio parte. Penso però, a prescindere dalle persone, che sia una scelta che tende a fotografare l’esistente e non dia l’idea di un partito che vuole ripartire.

Un partito che non vuole ripartire e diviso su molti temi a partire dal presidenzialismo. Lei che idea ha a riguardo?

È una discussione molto delicata perché riguarda le regole che determinano lo stare insieme di un Paese. Io personalmente sono più favorevole al premierato forte che al modello presidenziale perché permette di non stravolgere la Costituzione e di lasciare l’impianto attuale, la democrazia parlamentare con due contrappesi forti, il presidente della Repubblica e il Parlamento. Penso comunque che per i cittadini la priorità sia la riforma elettorale, non quella costituzionale. Bisogna creare un rapporto più diretto.

Anche sulla legge elettorale non c’è una voce all’unisono nel Pd?

Io sono per il doppio turno di collegio uninominale. Con questo modello si restituirebbe il potere ai cittadini. Invito però il Pd a esprimere una linea su questo tema. Capisco che il governo Letta non possa fare la sua proposta perché è materia che spetta al Parlamento. Ma che il Pd si autolimiti per evitare di creare problemi a Letta, credo sia un errore. Faccia la sua proposta. Il rischio è che se continuiamo così, alla crisi di governo, torneremo a votare ancora con il Porcellum.

Ma quando potrebbe esserci questa crisi di governo? Molti pensano che se Renzi diventerà segretario, staccherà la spina all’esecutivo…

Penso che sia il contrario. Letta e Renzi sono due risorse importanti per il Pd e per il Paese. La presenza di “Matteo” alla segreteria del Pd rafforzerebbe il governo, la sua influenza si tradurrebbe in provvedimenti più incisivi dell’esecutivo. Considerare Renzi un problema, lasciarlo fuori dalle stanze del potere è sbagliato. La sua energia non va contenuta ma valorizzata.

Il clima intorno a Matteo nel Pd è cambiato? Largo del Nazareno è disposto ad accettarlo alla sua guida?

Sicuramente il gruppo parlamentare democratico è più libero, le primarie hanno permesso l’ingresso di tanti ragazzi. Per quanto riguarda il Pd apparato, spero davvero non ci sia l’ennesima contrapposizione tra ex Ds ed ex Margherita. Basta ragionare in termini di correnti.

Molti nel Pd non amano l’“apertura” di “Matteo” verso Amici o Flavio Briatore

Le relazioni umane non devono avere dei limiti, tanto più se sei un politico, bisogna parlare con chiunque perché chiunque può dare degli stimoli. E in riferimento a Briatore, è un altro errore clamoroso quello della sinistra italiana nel considerare la ricchezza una cosa negativa che va combattuta. Dobbiamo puntare a far sorridere i poveri, non a far piangere i ricchi.



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