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Anche il Pdl frena sul presidenzialismo?

“Il presidenzialismo non è un totem”. Se anche il pidiellino ministro delle Riforme Istituzionali Gaetano Quagliariello, oggi in un’intervista al Secolo XIX, frena su una riforma in questa direzione, allora vuol dire che i tempi sono davvero cambiati. E il “sogno di un presidenzialismo di inizio estate” di cui ha parlato la rivista Formiche di giugno forse resterà solo un sogno.

L’iniziale entusiasmo verso questo modello non è che un lontano ricordo come le parole a suo favore di Walter Veltroni, Romano Prodi, Stefano Ceccanti e dello stesso Enrico Letta.

Nel giorno dell’approvazione del ddl sulle riforme (qui il testo anticipato da Public Policy), prevale la prudenza. A stupire non è tanto la parziale retromarcia del Pd, molto diviso sul tema e con una sinistra che ha sempre visto il presidenzialismo come un tabù. Sorprendono invece le tante prese di posizione anche da parte di esponenti moderati, del centro e perfino del Pdl: Quagliariello, come dicevamo all’inizio, a dispetto dell’ennesimo rilancio del tema da parte di Silvio Berlusconi.

Ma non solo. Anche il ministro Gianpiero D’Alia ha detto, di preferire il premierato: “Sarebbe meglio puntare sull’elezione diretta del premier lasciando alla presidenza della Repubblica l’attuale ruolo di garanzia”.

E dalle colonne di Formiche.net anche il neo nominato saggio, Francesco D’Onofrio (Udc) ha detto di essere favorevole piuttosto al cancellierato tedesco.

Al centro, c’è poi il capogruppo di Scelta Civica Lorenzo Dellai che oggi sul Corriere della Sera boccia l’opzione presidenzialista: “Non siamo pregiudizialmente contro nessuna opzione ma ci sembra presto per suonare le campane presidenzialiste”. Campane che forse non suoneranno mai.



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