Garry Kasparov non ha intenzione di tornare in Russia per paura di ritorsioni per la suo impegno politico. L’ex campione di scacchi, oggi una delle principali voci dell’opposizione al presidente Vladimir Putin, ha espresso i suoi timori durante una conferenza stampa in Svizzera.
“Ho seri dubbi sul fatto che se dovessi tornare a Mosca mi sarebbe permesso in futuro di andare all’estero”, ha detto Kasparov. Nel 2006 l’ex campione fondò il movimento d’opposizione l’Altra Russia e nel 2006 diede vita a Solidarity, pur mantenendo un basso profilo nel corso degli anni e cercando sostegno per l’opposizione russa all’estero, ricorda il Moscow Times.
Il timore di Kasparov è di finire invischiato in qualche indagine giudiziaria come quelle che hanno colpito altri oppositori di primo piano del presidente Putin. Oggi a Mosca, per restare in tema, sono andati alla sbarra dodici manifestanti che parteciparono alle proteste alla vigilia dell’insediamento di Putin al suo terzo mandato presidenziale. Una continuità di potere spezzata dai quattro anni al Cremlino di Dmitry Medvedev, durante i quali l’ex agente del KGB ricoprì l’incarico di primo ministro.
Kasparov ha inoltre davanti agli occhi le vicende giudiziarie di altri due leader di spicco della galassia antiputiniana: il blogger anticorruzione Alexei Navalny, indagato per truffa e riciclaggio, e il leader del Fronte della sinistra Sergei Udaltsov, ai domiciliari con l’accusa di complotto e di aver organizzato gli scontri durante le proteste, che se condannato rischia fino a 10 anni di carcere.
L’annuncio di Kasparov fa presagire una fuga dalla Federazione d intellettuali e attivisti. Appena una settimana fa fu l’economista Sergei Guriev a lasciare il Paese per timore di essere arrestato a causa del suo ruolo nella stesura di un rapporto critico verso la carcerazione dell’oligarca Mikhail Khodorkovsky, inviso a Putin.
Le indiscrezioni sulla decisione di Kasparov di abbandonare la Russia sono trapelate inizialmente lo scorso aprile. A farne accenno fu su Twitter il cofondatore di Solidarity, Ilya Yashin. Kasparov che all’epoca aveva abbandonato il movimento definì esagerata la notizia.