Le voci si erano inseguite tutta la giornata. Ora c’è una conferma (semi)ufficiale. Il Boeing 737-800 diretto a Kiev e precipitato a Teheran la scorsa notte causando la morte di tutti i 176 passeggeri è stato abbattuto “per errore” da uno, forse due missili iraniani. A dare la notizia sono fonti dell’intelligence americana e del Pentagono sentite dalla Cbs e da Fox News. Anche la Cnn riporta alti funzionari del Dipartimento della Difesa secondo cui l’abbattimento “potrebbe essere molto probabibilmente un incidente provocato dal caos della guerra”.
Secondo altre fonti della Difesa e dell’intelligence irachena citate dalla rivista Newsweek sarebbe stato un missile di produzione russa Tor-M1 ad abbattere l’aereo. Altre fonti degli 007 americani parlano di due SA-15 lanciati per errore dall’esercito iraniano. Lo stesso president Donald Trump in conferenza stampa aveva oggi adombrato l’ipotesi della mano iraniana dietro la tragedia aerea: “Si tratta di una tragedia. Ho il sospetto che qualcuno possa avere commesso un errore”. Ali Abedzadeh, capo dell’Organizzazione per l’aviazione civile dell’Iran e viceministro dei Trasporti, ha definito “senza fondamento” il sospetto di un missile iraniano dietro l’esplosione del Boeing. Lo stesso ministero ha fatto trapelare che sarà impossibile visionare le scatole nere, perché “sono rimaste danneggiate”.
Intanto il giallo sta innescando una mobilitazione internazionale. C’è chi, come l’Ucraina, ha chiesto all’Onu di avviare un’indagine sull’accaduto. Il Canada invece, fra i Paesi con il più alto numero di vittime (63), ha manifestato dubbi sulla versione di Teheran. In un colloquio telefonico con il suo omologo iraniano Javad Zarif, il ministro degli Esteri canadese Francois-Philippe Champagne ha fatto presente che “il Canada e i canadesi hanno molte domande che hanno bisogno di risposte”.
Sarà l’Italia a mediare per il Canada, che a Teheran non ha una rappresentanza diplomatica. Lo ha annunciato la Farnesina a seguito di una telefonata fra il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e Champagne. Le feluche italiane si occuperanno della protezione degli interessi canadesi e della facilitazione dell’assistenza consolare in Iran. Anche questo probabilmente è stato argomento di confronto nel colloquio telefonico tenuto sempre nella giornata di oggi fra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il premier iraniano Hassan Rouhani.