Ora che anche Gianni Alemanno ha ammesso la sconfitta e fatto i complimenti al suo avversario, non ci sono più dubbi. Sarà dunque Ignazio Marino il nuovo sindaco di Roma.
La Capitale torna, dopo l’eccezione di Alemanno, in mano al centrosinistra che l’aveva amministrata per molti anni. Ma rispetto ai suoi predecessori, Francesco Rutelli e Walter Veltroni, il chirurgo genovese ha poco in comune. E ci tiene a sottolinearlo.
Non è un caso, come ha sottolineato Formiche.net, che il futuro primo cittadino romano non abbia voluto festeggiare l’ultimo giorno di campagna elettorale preferendo ai big del partito, quattro amministratori locali come Giuliano Pisapia, Massimo Zedda, Debora Serracchiani e Nicola Zingaretti.
Marino appartiene senza dubbio a una sinistra più radicale rispetto al Pd moderato che ha in Guglielmo Epifani ed Enrico Letta i nuovi punti di riferimento. E anche con la nuova speranza del partito, Matteo Renzi che l’ha sostenuto in prima persona in quest’ultima corsa, le distanze restano.
Stasera è tempo di festa a piazza di Pietra, il quartier generale di Marino. Ma da domani la sua vittoria pone nuovi interrogativi al Pd: qual è il segreto di questo successo? E come esportarlo a livello nazionale?