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Coronavirus, se nessuno sa quanti turisti cinesi sono in Italia

Di Francesco Paravati

Una conferenza stampa prima annunciata alle 14, poi anticipata alle 12, poi riportata alle 14 e infine realizzata alle 16 con la possibilità di fare solo due domande al Ministro degli Esteri. Mentre poco prima le telecamere hanno avuto la possibilità di riprendere l’imbarazzata attesa dell’ambasciatore italiano in Cina collegato in videoconferenza con l’unità di crisi della Farnesina (lì era quasi mezzanotte), prima che lo stesso ministro riuscisse a sedersi e a parlargli.

Intanto i giornalisti allertati e cooptati per tutta la giornata, causa continui rinvii, che intanto leggevano su Facebook le decisioni del Consiglio dei Ministri hanno avuto da Luigi Di Maio tante notizie sugli italiani residenti a Wuhan, culla dell’epidemia. “Sono 80 e 70 di loro hanno chiesto di tornare arriveranno lunedì con un aereo militare a Pratica di Mare e saranno ospitati in una struttura militare per la diagnosi, nessuno di loro al momento risulta contagiato i 10 che hanno deciso di rimanre lo hanno fatto per non abbandonare i propri familiari, si tratta infatti di coppie miste italo cinesi! Dei 11.600 connazionali che vivono in Cina e che si sono trovati nell’impossibilità di tornare causa blocco dei voli da e per la Cina, solo 500 al momento hanno chiesto all’ambasciata di poter rientrare”. Eppure alla domanda che più angoscia gli italiani, oltre la salute dei connazionali all’estero, ovvero cosa succede in patria e quanti cinesi siano atterrati in Italia dalla Cina dal 31 dicembre, giorno del primo caso di virus, ad oggi, il ministro non sa rispondere.

Con solo 3 aeroporti non sarebbe difficile calcolare gli arrivi dei connazionali dei turisti infettati trovati all’hotel palatino di Roma, almeno per quelli giunti in aereo. Si sa solo che ci sono ancora 7 voli pieni di cinesi che atterreranno nelle prossime ore perché erano già decollati al momento dell’annuncio del blocco degli arrivi. Per tornare (per i cinesi sfortunatamente in viaggio turistico nel Bel Paese) ci sarà tempo fino al 2 febbraio poi anche i voli per la Cina saranno bloccati e molto probabilmente li dovremo tenere in casa. Il 2020 è anche l’anno del Turismo Italia Cina, inaugurato in pompa magna la settimana scorsa all’Auditorium di Roma con un evento per oltre 1000 persone e alla presenza di missioni diplomatiche di entrambi i Paesi.

Oltre 4 milioni i cinesi che avevano già prenotato un pacchetto viaggi che comprendeva il nostro Paese, le agenzie turistiche, i cinesi partono solo ben organizzati in formule all-inclusive, stanno rimborsando tutti i pacchetti prenotati. Una bella batosta per l’industria italiana del turismo che vedeva nei turisti che dovevano partire per il capodanno cinese (sette giorni di vacanza dal 24 al 31 cinese per l’anno del Topo) un’ondata di denaro che sarebbe continuata anche per tutto l’anno visto appunto che il 2020 era l’anno dell’Italia.

Sulla sfortunata coincidenza dell’anno del Turismo cinese in italia con la diffusione del virus è intervenuto dalla Cina Jacopo Sertoli, presidente di Select Holding che rilascia il bollino Welcome Chinese, la certificazione del ministero del Turismo cinese che fa una classifica delle destinazioni turistiche più accoglienti per i viaggi mandarini: “L’economia sicuramente soffrirà un contraccolpo ed una contrazione. Parte di questa verrà avvertita anche dal settore turistico ed anche in Italia. Il governo ha indicato ai tour operator di interrompere la vendita di pacchetti di viaggio – ha detto Sertoli erede di una dei più grandi tour operatori per turisti cinesi – Alle compagnie aeree cinesi è stato chiesto di rimborsare i biglietti già acquistati. I voli viaggeranno prevalentemente vuoti. Questa situazione ha un orizzonte temporale limitato nel tempo. Riteniamo che gli sforzi necessari sono stati fatti da parte cinese per limitare i danni il più possibile. Ritengo che l’Italia anche in virtù del cinquantenario delle relazioni diplomatiche e dell’anno della cultura e del turismo Italia Cina, possa usare questo periodo per conoscere meglio la cultura cinese”.

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