Non sono le larghe intese ad aver aiutato i sindaci del centrosinistra a vincere ma semmai il contrario. Matteo Renzi non vuole fare polemiche, “oggi è un grande giorno di festa”, dice a Piazza Pulita. Ma le sue frecciate e i mezzi sorrisi sembrano frenare l’entusiasmo della classe dirigente di Largo del Nazareno. Non è loro la vittoria ma tutta di chi ha messo la faccia a queste amministrative: “I sindaci dal territorio danno un segnale di speranza al Pd”, è la versione di “Matteo”.
Ospite di Corrado Formigli, il sindaco di Firenze ripercorre le strade diverse che il suo partito ha percorso a livello locale e nazionale: “Nei giorni peggiori vinciamo in Friuli con Debora Serracchiani, poi vinciamo a Vicenza con Achille Variati al primo turno, e al ballottaggio facciamo l’en plein”.
Per questo il destino del governo Letta non dipende dal successo di questa tornata elettorale: “E’ interessante capire da cosa deriva il futuro del governo: non dal risultato di Barletta, andrà bene se farà le cose, se si occuperà delle emergenze”.
Tanto più che il Pd ha sì vinto contro il Pdl “ma in retromarcia”: “Loro perdono voti anche con Berlusconi. Qui vince chi perde meno. Ma se arriva chi muove il paese, si torna a votare”.
E per conquistare i tanti elettori che hanno scelto di non andare alle urne, serve “una candidatura o più candidature che risvegliano l’entusiasmo o diano orizzonte e visione”. E, anche se come sempre non lo dice apertamente, questa candidatura potrebbe essere la sua.