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Draghi marcia con Merkel su Karlsruhe

Nella partita dei Paesi in crisi dell’eurozona contro la Germania, Berlino lascia il suo campo senza difese e comincia a fare il gioco degli pseudo avversari. Non che la crisi abbia colpito in modo particolare Berlino, ma una ripresa dell’eurozona conta molto per la Germania, se i Paesi dell’Ue restano, nel complesso, il primo ricettore dell’export tedesco. E se i programmi della Bce di Mario Draghi possono influire positivamente, perorare la sua causa di fronte alla Corte costituzionale tedesca sembra una scelta obbligata per la cancelliera Merkel.

Lo schieramento di Merkel

Il governo tedesco difenderà l’operato della Bce quando testimonierà di fronte all’Alta Corte di Karlsruhe, chiamata a giudicare la compatibilità con la Costituzione nazionale del piano di acquisto di bond varato dalla Bce (le cosiddette “Omt”). “Affermeremo che la Bce sta facendo il necessario per stabilizzare l’euro”, ha dichiarato Merkel all’assemblea della Bdi, la Confindustria teutonica. La corte di Karlsruhe ha avviato oggi due giorni di udienze, per poi esprimere un verdetto atteso non prima di settembre.

La posizione di Schäuble

Con Merkel, al coro anti Bundesbank, contraria al piano Omt, si è schierato anche il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, difendendo la legittimità dell’operato della Bce: “Sono certo che agisce nell’ambito del suo mandato”, ha affermato.

Il via alle audizioni

Oggi, intanto, sono iniziate le audizioni sul giudizio di legittimità richiesto da vari ricorrenti contro il nuovo piano di possibili acquisti calmieranti di titoli di Stato della Bce, l’Omt, che si è aggiunto ai sistemi di scudo antispread dell’Ue. E che di fatto è stato il principale fattore alla base del netto calmieramento delle tensioni di mercato sui bond dei paesi periferici, Italia inclusa, nei mesi passati. Previste anche le audizioni del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ostile al piano Omt, e dell’esponente tedesco del Comitato esecutivo della Bce Joerg Asmussen, che invece il presidente Mario Draghi ha inviato a difendere le tesi dell’Eurotower.

I tentativi di Draghi di prepararsi il terreno

E Draghi non poteva scegliere linea più soft per guadagnare il sostegno dei tedeschi, puntando comunque dritto alla sostanza. Dell’Omt non si abuserà (i criteri di condizionalità imposti con l’adozione delle misure d’altronde sono un buon deterrente perché i Paesi non lo richiedano), i rischi per i cittadini tedeschi sono in calo (come a dire che il caso Cipro ha lasciato il segno, dato che d’ora in poi saranno i cittadini dei Paesi in crisi a metter mano al portofoglio) e di preoccuparsi dell’incubo inflazione proprio non c’è motivo. Con un’intervista televisiva, Draghi infatti ha assicurato che l’Omt non verrà utilizzato in modo improprio, per garantire la solvibilità dei Paesi, e che proprio grazie a questo piano oggi per i contribuenti tedeschi i rischi sono molto più bassi rispetto a quelli che c’erano un anno fa. Draghi ha anche “garantito” che per uscire dalla crisi non si sceglierà una linea inflazionistica. E per rendere più credibile le rassicurazioni il capo della Bce non ha esitato a citare la sua esperienza personale, rivelando che “negli anni sessanta e settanta, buona parte del patrimonio accumulato dalla mia famiglia venne distrutto dall’inflazione”. La storia personale umanizzerà, agli occhi dei tedeschi, l’italiano reo di proteggere i Paesi scellerati del Mediterraneo?

L’accanimento tedesco

Le precisazioni servivano e come a ribilanciare un dibattito fuori rotta. Il capofila dei ricorrenti, l’euroscettico Peter Gauweiler, ha accusato la Bce di volersi trasformare in una “potenza senza limiti” e di voler finanziare i debiti pubblici stampando nuova moneta. I media tedeschi nel frattempo dipingono il confronto cui si assisterà domani, tra Weidmann e Asmussen, come una “guerra fratricida”. Secondo quando riporta il giornale tedesco Handelsblatt, un recente sondaggio Forsa ha rivelato che la maggioranza dei tedeschi, il 48 per cento, vorrebbe che la Corte di Karlsruhe fermasse la politica della Bce, mentre solo il 31 per cento riterrebbe sbagliate le ragioni dei ricorrenti.

I numeri, e gli interessi, tedeschi

“La Germania avverte gli effetti della crisi, perciò è molto importante capire che se all’Europa le cose non vanno bene, neanche alla Germania possono andare bene”, ha sottolineato Merkel all’assemblea dell’industria tedesca Bdi. “L’Europa – ha evidenziato – è il ricettore principale dell’export tedesco”. I dati, a Berlino, nonostante Buba e Fmi ne abbiano tagliato le stime di crescita, non sono così preoccupanti. La produzione industriale ad aprile ha segnato un +1,8% rispetto a marzo, e un +1,1% rispetto allo stesso mese del 2012. E l’export ad aprile è cresciuto dell’1,9% rispetto al mese precedente. Ma quanto sia importante riattivare le importazioni dell’eurozona Merkel lo sa. E quei numeri, secondo la cancelliera, sono in grado di convincere dell’innocenza della Bce anche quel tedesco su due che si dice oggi così antieuropeo.


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