Porre le maggiori cariche dello Stato al riparo dall´azione della magistratura, che può essere pretestuosa e fallace come ogni azione umana, finché si è in carica, è un provvedimento giusto, e bene ha fatto il Consiglio dei ministri a vararlo nella seduta odierna, cercando di chiudere, con una sua rapida approvazione, la stagione delle prevaricazioni tra i poteri dello Stato. L´immunità delle alte cariche non è solo affare di Berlusconi. In Italia da alcuni anni, superata la stagione militante di Manio Pulite, esiste un manipolo di toghe, non organizzate, non eterodirette, capaci, in nome dello scandalo e dall´autorità della giustizia, di inquisire chiunque, fatta salva l´archiviazione mesi o anni dopo, con carriere politiche ormai rovinate. E´ un fatto che il governo Prodi, seppure traballante di suo, sia caduto dopo l´attacco subito da Clemente Mastella. Bene quindi il nuovo “lodo Schifani”. Meno bene la norma che blocca per un anno i processi antecedenti al 2002. Non si capisce perché riprenderli tra un anno, quando saranno ancora più datati. A questo punto, in nome della chiarezza, sarebbe stata meglio un´amnistia, se si ha il coraggio della propria politica. In nome del dialogo, di un tentativo tra le sponde da tener vivo, forse sarebbe opportuno se il governo rinunciasse alla norma stoppa processi in cambio di un appoggio dell´opposizione, a partire dall´Udc, sull´immunità dai processi per le alte cariche. Sarebbe un modo per snidare la reale voglia di dialogo nell´opposizione, e per mostrare che si ha a cuore la sovranità della politica, a prescindere dal premier di turno.
Renato d´Emmanuele