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Alberi-killer, buche e inchieste a Napoli. Per Gigino è colpa della “macchina del fango”.

“Ditemi dov’è don Gigino de Magistris, che organizza feste e regate in città ! Perchè non è qui e non ci spiega la tragedia ?”. Era, comprensibilmente, distrutto, ieri, il marito della giovane donna, schiacciata dal crollo di un pino secolare, mentre passava, con la sua auto, al Vomero.

Certo, il Sindaco non è il responsabile diretto della sciagura, ma il fattaccio fotografa, con efficacia, il flop della giunta, guidata dall’ex magistrato. Eppure, nell’organico del Comune, ci sono ben mille giardinieri. Tuttavia, i potatori sono solo 70, in gran parte molto anziani e, dunque, inabilitati a svolgere le mansioni di loro competenza, cioè tagliare gli alberi in cattive condizioni, che rischiano di cadere, e di raccogliere i tanti allarmi dei cittadini, quasi tutti inascoltati.

Ovviamente, il Comune ha  avviato la solita indagine interna, per ricostruire le responsabilità. E il vicesindaco, Sodano, ha definito “inspiegabile” il crollo, in quanto l’albero-killer non avrebbe dato segno di pericolo.

Da parte sua, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati il direttore centrale di Palazzo San Giacomo, con interim ai Giardini, Giuseppe Pulli.

Un’ altra giornata nera per un’amministrazione, che tante speranze aveva suscitato, dopo quella fallimentare di donna Rosetta Jervolino, ma che sta deludendo i cittadini.  de Magistris, dopo le perquisizioni disposte dai magistrati, l’avvio di un’inchiesta sull’organizzazione dell’America’s Cup e la notizia del coinvolgimento del fratello, Claudio, consulente del Municipio, e del suo più stretto collaboratore, il colonnello dei Carabinieri, Auricchio, ha tuonato : “Vedremo se sarà più forte la macchina del fango, che opera da anni, o la passione e l’amore, che abbiamo, per la rivoluzione”.

Già, quella rivoluzione che, annunciata in campagna elettorale dal nuovo “Masaniello” partenopeo, sembra un miraggio. Con i cittadini, che si lamentano per le tante buche non coperte in città, per gli alberi, che non vengono potati. E il Sindaco ex IDV, solo, abbandonato da collaboratori come il magistrato Narducci e l’ assessore al Bilancio, Realfonzo, twitta, invitando a pranzo a Fulvio Briatore e moglie. Dalla giunta hanno preso le distanze il PD e tanti personaggi della borghesia, influenti a Napoli, come donna Mirella Barracco.

Paradossalmente, l’ex “toga d’assalto” si chiude in difesa e spara bordate, proprio come Berlusconi e tanti politici calabresi, che furono indagati da don Gigino, quando era sostituto della Procura a Catanzaro, scagliandosi non contro il “destino, cinico e baro”, di saragattiana memoria. Ma contro una presunta e “infame macchina del fango”. E, sui social network, con sarcasmo, i napoletani chiedono a de Magistris :”Non è che questa macchina s’è rotta in una delle tante buche, non riparate, di via Marina e di altre strade ” di questa città, tanto bella quanto male amministrata, in passato, da Lauro, Bassolino e Jervolino ? E oggi dall’ex “fratello coltello” di Tonino Di Pietro, mediocre Sindaco, come lo è stato, da leader politico, il suo ex collega e amico di Palermo, Antonio Ingroia.

pietro mancini


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