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La crisi è finita. Le bugie di Hollande, Lagarde e Draghi

“La crisi è finita”. Chi tra i leader europei c’è cascato? Chi si è illuso, o ha finto per illudere i cittadini magari in vista di un voto nazionale? Ecco la lista di chi ha abboccato, secondo Reuters, per cecità o dabbenaggine, alla storia che il peggio fosse alle spalle, e che l’eurozona avesse già di fronte una nuova Golden Age.

Hollande 

La medaglia d’oro delle gaffe la vince il presidente francese François Hollande. L’ultimo, nel fine settimana, a dichiarare al mondo che la crisi del debito sovrano scoppiata all’inizio del 2010 fosse finita. E il tutto superando se stesso, dopo che nell’ottobre 2012 aveva dichiarato: “Stasera ho la conferma che il peggio è alle nostre spalle”. Il declino, insomma, della pompa magna francese.

Asmussen, Draghi e Schäuble

Quello di Hollande è un concetto che era già stato espresso nell’aprile del 2012 da Jörg Asmussen, il membro tedesco del comitato esecutivo della Bce, e prima di lui, a marzo, direttamente dal governatore della Bce Mario Draghi, che però aveva aggiunto: “I rischi rimangono”. Una versione simile a quella annunciata dal ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, nel marzo del 2012. “Il peggio è andato, ma non possiamo allentare gli sforzi”, aveva detto.

“Credo che il picco della crisi sia passato perché tutti i problemi sono diventati pubblici, molto è cambiato e molto è stato fatto”, aveva detto invece l’ex capo economista della Bce, Otmar Issing, nel gennaio 2012.

Lagarde

Nella classifica dei gaffeur i francesi sembrano brillare particolarmente. “L’eurozona ha svoltato”, aveva dichiarato nel gennaio del 2011 l’allora ministro delle Finanze francese Christine Lagarde. La lungimiranza, si direbbe, non deve essere un requisito fondamentale per diventare presidente del Fondo Monetario Internazionale.

Forse l’esempio più sfortunato è quello di Asmussen, lo scorso aprile, poco prima che gli spread sui titoli di Stato spagnoli ed italiani riprendessero a correre. Val la pena anche di notare che ad aprile, un funzionario di Bruxelles ha confidato a Reuters che “gli scheletri sono tutti nell’armadio”. C’è forse poco dialogo nei palazzi dell’Unione Europea?

Certo, alcuni degli scenari disastrosi che erano stati previsti sono stati evitati, ma lo spread sui tassi dei titoli decennali spagnoli è aumentato di oltre settanta punti base solo nell’ultimo mese. Dire che il peggio è passato è una cosa, dichiarare che la crisi è finita sembra essere ancora prematuro. La prossima volta, Hollande lo chieda al suo barista di fiducia.


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