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Dagur B. Eggertsson, ri-innamorarsi della politica grazie alle città

Le democrazie del mondo si sono ammalate di un morbo che si chiama disamore per la politica. Dalla rubrica #IntervisteConISindaci di Primo Piano Scala c emerge quanto il “calo del desiderio” non sia solo un problema italiano. Lo conferma Dagur B. Eggertsson, sindaco di Reykjavík dal 2014, che abbiamo intervistato per il numero di questo mese. Leggi l’intervista.

Il quadro clinico non è disperato come sembra. Se è vero che si riscontra una disaffezione cronica nei confronti della cosa pubblica, è altrettanto vero che i cittadini conservano la voglia di partecipare. Il seguito di Greta Thumberg, dei giovani attivisti di Hong Kong e delle nostrane Sardine dimostra che non è tanto la politica a essere in crisi, quanto la fiducia nelle sedi tradizionali nelle quali essa si svolge. Secondo Eggertsson, la cura si trova nelle città: “È possibile riconquistare la fiducia dimostrando che la politica nazionale può essere efficace e democratica come può esserlo una buona politica cittadina, e personalmente ritengo che la politica non può tornare a guadagnarsi la fiducia senza città efficienti.”

Nella cronaca recente, abbiamo assistito a prese di posizione di sindaci di importanti città in totale controtendenza con l’indirizzo dei leader nazionali. Lo ricorda lo stesso Eggertsson, facendo riferimento alla crisi dei migranti in Islanda, che ha visto la città di Reykjavík, favorevole a politiche di accoglienza, “implorare il Governo nazionale” di cambiare posizione. Assistiamo a un fenomeno simile con il sindaco di Londra filoeuropeista Sadiq Khan. Il 18 febbraio scorso ha incontrato a Bruxelles il negoziatore per la Brexit Michel Barnier e il presidente dell’Europarlamento David Sassoli per proporre un’Associate Citizenship, una speciale cittadinanza europea che consenta ai cittadini britannici che la chiederanno di mantenere i diritti che avevano prima del 31 gennaio, come l’assistenza sanitaria, la possibilità di lavorare, la libertà di movimento nella UE.

Le città riusciranno a diventare una forza trainante o saranno un ulteriore motivo di polarizzazione dell’opinione pubblica? Riusciranno a riconquistare i delusi dalla politica o contribuiranno a rendere sempre più profondo il solco tra chi ha ancora fiducia negli apparati della democrazia, ancorché imperfetti, e chi non ne ha più? La sfida è in corso e noi di Telos A&S, nel nostro piccolo, la seguiamo con le nostre #IntervisteConISindaci.

 


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