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Coronavirus, attenzione a non fare un lungo salto indietro

Al momento di scrivere questa nota non so ancora quali saranno le nuove disposizioni del governo per contrastare la diffusione del coronavirus e per agevolare la ripresa dalla recessione prossima ventura. Ho, però, appena letto una sintesi di un libro di imminente pubblicazione di Hanna Marcus che insegna storia della scienza all’Università di Harvard e si specializzata sulla storia italiana. Il titolo è accattivante, ed attuale: Forbidden Knowledge : Medicine, Science and Censorship in Early Modern Italy (Conoscenza vietata: medicina, scienza e censura all’inizio dell’età moderna in Italia).

In breve, si hanno notizie dettagliate sulle epidemie in Italia tra il 1400 ed il 1700 perché i piccoli Stati in cui allora era divisa la penisola tenevano una dettagliata contabilità di contagi, morti, ecc. Alcune parole sono stata coniate in Italia: ad esempio, il termine quarantena nasce nella Serenissima Repubblica di Venezia dove si decretò che le navi provenienti da luoghi dove c’erano epidemie “non potessero sbarcare per 40 giorni”. Il libro di Hanna Marcus ricorda che nell’Italia frastagliata di allora, coloro che viaggiavano da uno statarello ad un altro dovevano essere muniti non solo di un salvacondotto (l’equivalente di un passaporto dei nostri giorni) ma, in periodi di epidemie, anche di un certificato medico che documentasse come fossero in buona salute. Di tali certificati sovente esisteva un vero e proprio mercato nero.

Lo studio non può non fare riferimento al Decamerone del Boccaccio, soprattutto alla riflessioni come di fronte ad un epidemia “l’autorità reverenda della legge, tanto umana quanto divina, veniva sospesa” e venivano adottati provvedimenti d’imperio, a volte rivestiti da una patina scientifica, nonostante la scienza e la professione medica poco sapessero delle determinanti dell’epidemia. Naturalmente si cercavano “colpevoli” ed “untori”. Sovente venivano additati gli ebrei con l’accusa di avvelenare i pozzi.

C’è oggi il rischio di fare, nell’Italia del 2020, un grande balzo indietro all’Italia dell’inizio dell’età moderna? Ci sono segnali inquietanti. Ad esempio, la decisione della Basilicata di imporre una quarantena di 14 giorni a tutti coloro che provengono dal Piemonte, dalla Lombardia, dal Veneto, dall’Emilia-Romagna e dalla Liguria. Oppure la quarantena a Pozzallo per i 276 migranti salvati nel mar della Libia. Ancora più inquietante il governare per decreto ed ordinanza senza un’adeguata discussione con l’opposizione e le parti sociali. Indubbiamente, l’emergenza costringe a fare di necessità virtù. Ne consegue, però, una drammatizzazione che innesca il panico. Ed il panico è ciò che provoca i danni peggiori in situazioni come l’attuale.

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