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Coronavirus, ora sostegni alle famiglie e rilancio del Terzo settore. L’analisi di Becchetti

Non solo le imprese in difficoltà, il Consiglio dei ministri ha deciso che lo sforamento dei conti pubblici per 7,5 miliardi di euro dovrà servire anche a sostenere le famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza del coronavirus. E se “la chiusura delle scuole non è stata una scelta facile” per ammissione dello stesso premier Giuseppe Conte, adesso bisogna comprendere come aiutarle concretamente, evitando il fai da te. “Vedremo come il governo va a declinare le misure di sostegno – spiega l’economista Leonardo Becchetti in quest’intervista Formiche.net – quello che mi pare importante è che le famiglie che hanno figli piccoli devono avere la possibilità che un genitore resti con loro, attraverso un congedo parentale retribuito oppure un voucher per la baby sitter”. “Bisogna evitare il boomerang di affidarli ai nonni – continua il professore di Tor Vergata – che è proprio quello che non si voleva, ovvero mettere in contatto i bambini con le persone più anziane per via proprio del virus”.

Non è un problema di facile soluzione, la rete sociale italiana non esiste se non quella familiare…

Tutto deve intanto essere legato a questo periodo d’emergenza, non vanno dati soldi a pioggia alle famiglie. Anche il voucher per le baby sitter deve essere rendicontato, fatturato. C’è un’emergenza e come tale va affrontata con serietà, senza furbizie e, anche per questo, bisogna vedere come il governo scriverà le norme.

Stando sempre attenti al fai da te…

Certamente. Un conto è la sanità, la salute dove stiamo misurando con mano che più è forte la struttura pubblica e meglio è in questi casi. Un altro sono i servizi alla persone. Qui mi lasci dire di come sia importante la sussidiarietà, con il protagonismo delle associazioni, degli enti del Terzo Settore e delle comunità locali. L’intervento pubblico deve creare la cornice, le regole e magari dare un po’ di risorse ma poi la sussidiarietà ci insegna che possono fare un lavoro anche migliore se hanno un’azione specifica.

Ma il Terzo settore è stato messo in croce negli ultimi mesi, con le polemiche della Lega…

Certo, ma la sua forza è fondamentale e spero che questa crisi ci dia questo insegnamento: non basta la mano invisibile ma c’è bisogno, perché un sistema economico regga, di uno Stato e di un Terzo Settore molto forti.

Già intanto però le imprese boccheggiano…

Il colpo è stato durissimo per tantissime aziende, a partire da quelle che vendono beni e servizi, il turismo, la ristorazione e i trasporti però poi a cascata per una sorta di moltiplicare keynesiano al contrario il problema si è trasferito a tutto il resto dell’economia. C’è bisogno di intervenire con misure drastiche come la sospensione dei contributi, il bonus per imprese che hanno avuto il calo di fatturato per questo evento eccezionale.

Bisogna mettere in quarantena le regole del patto di stabilità come ha detto Fraccaro?

Senz’altro, eventi straordinari hanno bisogno di risposte straordinarie. C’è in gioco il destino delle imprese e delle famiglie. In più non mi sembra che dall’Europa ci sia qualcuno che abbia alzato la mano e detto che non va fatto.

Intanto però si è scoperto che il paziente zero era in Germania dal 24 febbraio scorso…

Già e l’opportunismo dei Paesi nazionali non va bene, non vorrei che si scoprisse qualcosa anche in Francia visto i pochi tamponi che hanno fatto in queste settimane.

Però noi passiamo quasi per untori nel resto del mondo…

È stato un boomerang terribile. Noi siamo stati più seri, con tutti quei tamponi utilizzati abbiamo fatto venir fuori la parte maggiore dell’iceberg, apparendo come il Paese più infetto. Questo ha dei danni non solo nel breve ma nel medio e lungo termine. Rischiamo di diventare per i turisti come il ristorante cinese: da evitare a tutti i costi. Questo è un punto che va tenuto molto in considerazione, serve uno sforzo di comunicazione prima che sia troppo tardi.



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