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Fundraising e campagne elettorali. A che punto siamo in Italia?

Di Raffaele Picilli

Si sono concluse le elezioni regionali in Emilia-Romagna. I due principali candidati alla carica di presidente sono stati Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni. Hanno utilizzato il fundraising oppure hanno semplicemente raccolto fondi?

PERCHÉ È IMPORTANTE?

Una premessa è necessaria: a partire dal 2014 i finanziamenti pubblici ai partiti politici sono ridotti, in maniera graduale, anno dopo anno, del 25%, del 50%, del 75% ed eliminati definitivamente nel 2017. Oggi lo Stato non finanzia più i partiti. Questo vuol dire che gli stessi non possono più finanziare le campagne elettorali della maggior parte dei loro candidati sul territorio nazionale. A rigor di logica, dal 2018 la politica avrebbe dovuto utilizzare il fundraising per finanziare le proprie strutture, le campagna elettorali, i programmi, ecc. Questo è successo? Pochissimo, purtroppo per la nostra democrazia.

In Emilia-Romagna qualcosa è, però, cambiato durante le ultime elezioni regionali. Un cambio di passo positivo e uno negativo o meglio, conservativo.

IL CENTROSINISTRA

Stefano Bonaccini, attuale presidente della Regione Emilia-Romagna ha raccolto 36.213 euro utilizzando una piattaforma di raccolta fondi online. Piccole e grandi donazioni per tutte le tasche. Oltre 20.000 euro nei primi giorni, poi la corsa è rallentata fino a quota 36.000. La somma è certamente molto bassa ma è stato un discreto inizio per dimostrare che i cittadini, se vogliono, possono sostenere la politica in maniera attiva e partecipe.

Tre cose che ho notato seguendo la campagna di raccolta fondi di Bonaccini. Le prime due: sui social pochi appelli alla donazione e negli appelli al voto, pochi collegamenti alle donazioni. La terza: le tante offese (spesso piene di errori di grammatica) per il solo fatto di raccogliere fondi: Giacomo P. scrive: “… La poltrona scricchiola… la preoccupazione sta diventando terrore. Siamo già a chiedere l’elemosina ?”. Maurizio L: “il comunista chiede l’elemosina. I pesci marci hanno raccolto 50.000 euro fatteli imprestare” e “Davvero c’è dell’incredibile: Bonaccini è diventato “accattone”! Trovata completamente stupida!”.

IL CENTRODESTRA

Lucia Borgonzoni, candidata per il centrodestra alla carica di presidente della Regione, non ha attivato nessuna raccolta fondi sul suo sito web. Ha invece dichiarato: “Sulla sua pagina (Facebook n.d.r.) il mio avversario del Pd sta chiedendo donazioni in denaro per finanziare i suoi giri elettorali. Se ne vedono di cose strane, sempre più strane. Ma io non vi chiedo nulla se non un augurio di buonanotte, grazie di esserci”.

Mi occupo di fundraising per la politica dal 2010. Che si inizi ad utilizzare, con criterio, il fundraising mi fa molto piacere. Personalmente, fossi stato Bonaccini, avrei raccolto direttamente donazioni online dal mio sito web e proposto ai donatori anche altri tipi di sostegno. La candidata del centrodestra ha invece perso una bella occasione per fidelizzare maggiormente i propri donatori. Dalla sua dichiarazione su Facebook, presumo che non conosca i princìpi del fundraising.

FINANZIARE LA DEMOCRAZIA

Il fundraising non è raccolta di monetine ma è aumento o consolidamento del senso di partecipazione degli elettori. Non si tratta di chiedere l’elemosina ma di sostenere una parte del programma elettorale proposto dal candidato. Mille volte meglio donazioni alla luce del sole che donazioni provenienti da zone in ombra e mi riferisco specialmente alle grandi donazioni che possono contenere all’interno un pericoloso “do ut des” tra candidato e donatore.

La democrazia costa e l’unico modo per mantenere le acque limpide è finanziare privatamente la politica in maniera trasparente e partecipativa. Abbiamo voluto l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e ora dobbiamo pedalare.

(Articolo pubblicato su Competere)



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