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Gambaro “martire” di Grillo? Un errore M5S, non punibile il “reato di cavolata”!

Eccessivo il “cartellino rosso”, esibito in faccia, dopo la consultazione dei militanti sulla rete, alla senatrice “ribelle” del M5S, Adele Gambaro. E’ stata conferita alla signora emiliana un’eccessiva e immeritata aureola di martire.

Per dirla con Marco Travaglio- uno dei giornalisti  che ha seguito con maggiore benevolenza Grillo e i suoi- se una persona dice “cavolate”, non va cacciata. L’ex showman genovese- che va rispettato, ma non può essere temuto dai suoi iscritti e parlamentari, come lo era lo spietato dittatore comunista, Ceausescu, dai rumeni- deve abituarsi alle critiche, specie a quelle pacate e costruttive, se intende favorire la crescita del movimento, che si è sviluppato in alternativa ai vecchi partiti. Quale credibilità avranno gli attacchi dei grillini al potere assoluto di Berlusconi, nel PDL, se i contestatori non intendono tollerare neppure il più blando rilievo ?

Lo si fa notare, lo si dice, magari si spiega alla stampa che la dissidente esprime un suo pensiero personale, non condiviso dalla maggioranza. Ma dire cavolate non è, e non può diventare, un reato. Se fossi direttore di un giornale, o responsabile di un sito, pubblicherei i commenti, che non condivido, ma non ne cancellerei nessuno, a meno che non si arrivi all’offesa personale. Certo, il rifiuto dell’obbedienza cieca al leader non può significare l’anarchia, la confusione, l’assemblearismo. Vanno trovate delle sedi in cui si possa discutere, civilmente, arrivando a delle sintesi, condivisibili da tutti. Grillo e Casaleggio dovrebbero essere più presenti a Roma.

Inoltre, intentare un pubblico processo a un parlamentare, peraltro fino a pochi giorni sconosciuta, non importa il contenuto, concentra tutto il fuoco dei  mass media, inevitabilmente, sui “giudici”, allontanando l’attenzione dagli altri aspetti, negativi, dell’attuale teatrino politico e dalle soluzioni, che l’esecutivo PDL- “PD menoelle”-Monti sta dando, o non dando, ai drammatici problemi del Paese.

Dopo questa espulsione e la minaccia di altri analoghi provvedimenti, Grillo e Casaleggio potranno insistere e sottolineare le proposte, che gli eletti M5S stanno avanzando, in Parlamento. Ma il fuoco mediatico rimarrà sul caso Gambaro e sui “processi”, inopportunamente intentati ai parlamentari dissenzienti.

pietro mancini



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