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Ilva, ecco come Bondi punta su risanamento e investimenti

Quasi due miliardi di investimenti per il triennio che va dal 2013 al 2015, tenendo ben presente che l’impatto ambientale rimane critico e che saranno rafforzate le risorse per il risanamento. Questo il quadro fornito sull’Ilva che viene fuori dall’audizione del commissario straordinario Enrico Bondi alle commissioni riunite Attività produttive e Ambiente alla Camera, cui ha preso parte anche il sub commissario Edo Ronchi.

Intanto, il presidente della commissione Ambiente Ermete Realacci, che aveva annunciato la richiesta di un allungamento dei tempi per l’esame del nuovo decreto sull’Ilva, ha detto di aver ottenuto un posticipo per l’arrivo del provvedimento in Aula: il decreto approdera’ alla discussione generale in Aula “o il 3 o l’8 luglio”, mentre il suo arrivo era previsto per il 24 giugno.

L’IMPEGNO DELL’ILVA
In un documento, portato da Bondi in audizione a supporto della sua relazione, si fa presente che, a seguito delle prescrizioni Aia e delle necessità derivanti da impegni già previsti dall’azienda per quanto concerne acqua e rifiuti, è stato stimato un impegno economico di circa 1.800 milioni di euro sul triennio 2013-2015”. La natura degli investimenti – recita il testo – ha portato “ad una loro concentrazione sul 2014 e 2015”, per soluzioni che “rappresentano in alcuni casi una “prima mondiale e rendono necessari studi ingegneristici ad hoc e ricerche di mercato”. In particolare, “il Piano di investimenti prevede per il 2013 325 milioni (erano stati 151 nel 2012), 855 milioni per il 2014 e 620 milioni per il 2015”.

INTERVENTI A MAGGIO
A metà maggio 2013 “l’impegno economico consuntivo derivante dagli interventi di allineamento all’Aia è pari a circa 130 milioni di euro, ovvero il 40% dell’impegno previsto per il 2013”. Gli interventi si sono focalizzati principalmente sul rifacimento delle cokerie (40 milioni), sulla limitazione delle emissioni diffuse in acciaieria e altoforni (35 milioni per riduzione e 15 milioni per monitoraggio), e sulla copertura dei parchi secondari (40 milioni). Dal 1995 al 2011 “gli investimenti del Gruppo sono stati pari a 6.323 milioni di euro, di cui 1.140 per ambiente e sicurezza”.

RAFFORZAMENTO DELLE RISORSE PER IL RISANAMENTO
Il documento parla chiaro anche sul risanamento e sull’impatto ambientale: “Dopo una attenta valutazione di criticità e priorità della situazione ambientale e una verifica dello stato di attuazione dell’Aia, delle prescrizioni della Magistratura e degli organi di controllo saranno mobilitate e rafforzate le risorse aziendali dedicate al risanamento, al fine di supportare la predisposizione del nuovo piano di interventi ambientali (previsto dal decreto del 4 giugno 2013), connesso e integrabile con il Piano industrialè”.

IMPATTO AMBIENTALE
Secondo quanto si legge ancora nel testo “il tema dell’impatto ambientale rimane rilevante e critico, e conseguentemente permane il tema di principale attenzione”. Per quanto riguarda “i picchi sopra la norma di PM10, registrati nel periodo gennaio-maggio 2013, sono in gran parte riconducibili a cause esterne (sabbia sahariana) e che il numero degli eventi di sloping (la nube inquinante rossastra) è notevolmente diminuito rispetto ai primi cinque mesi del 2012”.

L’ESAME DEL DECRETO IN COMMISSIONE
L’ex ministro Raffaele Fitto e il presidente della commissione Ambiente Realacci hanno dato intanto il timing dei lavori in commissione per l’esame del provvedimento. “Nella prossima settimana – ha osservato Fitto – si esamineranno più nel dettaglio i punti su cui rafforzare il provvedimento”. Per Realacci “l’accoppiata Bondi-Ronchi dà speranza all’Ilva di conciliare finalmente ambiente e salute con il mantenimento delle attività produttive. La cosa importante è tutelare ambiente e salute e mantenere in vita lo stabilimento. Ma si devono anche recuperare i ritardi degli anni precedenti”.

L’ULTIMA POSSIBILITÀ PER AZIENDA
Il commissario Bondi si è limitato a dire (pubblicamente…) che “i fatti parleranno”. Per il subcommissario Edo Ronchi, che intanto si è già recato a Taranto, “il clima è collaborativo, anche perché probabilmente l’azienda si rende conto che questa per loro è l’ultima possibilità”.

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