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Così il Wto può riconquistare la fiducia. Parla il candidato saudita Al-Tuwaijri

Alcune settimane fa, Mario Draghi, ex governatore della Banca centrale europea, aveva spiegato al Meeting di Rimini che il multilateralismo, compreso il Wto, è stato messo in discussione perfino da chi lo ha voluto, gli Stati Uniti, e da chi ne ha maggiormente beneficiato, la Cina. Più recentemente anche dall’Europa. E alla “inadeguatezza evidente” si è risposto scegliendo la via populista e non quella dei correttivi necessari, ha aggiunto Draghi.

Dopo le dimissioni del brasiliano Roberto Azevêdo, l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) si trova senza un direttore generale. Lunedì prossimo (7 settembre) si concluderà il procedimento elettorale e successivamente il Consiglio generale terrà diverse consultazioni con i membri per selezionare il candidato finale. A novembre l’Organizzazione mondiale del commercio dovrebbe avere il suo nuovo leader (salvo sorprese). Tra i candidati in corsa, due provengono dall’Europa: l’ex ministro del commercio del Regno Unito, Liam Fox, e l’ex ministro degli Esteri della Moldova, Tudor Ulianovschi.

Formiche.net ha avuto l’occasione di intervistare il candidato saudita Mohammad Al-Tuwaijri. Ex pilota dell’aeronautica saudita che dopo lunghi trascorsi al Tesoro e in grandi banche (Jp Morgan e Hsbc) è stato per tre anni, dal 2017, ministro dell’Economia e della pianificazione occupandosi dell’ambizioso programma Saudi Vision 2030.

Partiamo da quando evocato da Draghi. Come ripristinare la fiducia nel Wto?

L’unico modo per riguadagnare la fiducia degli Stati membri è ottenere risultati tangibili. Dal 1995 il Wto ha raggiunto un solo accordo multilaterale sulle regole di agevolazione degli scambi nel 2014. Senza che vi sia una coerenza tangibile e misurabile nei risultati, non ci può essere fiducia. Per questo è necessario promuovere all’interno dell’organizzazione un approccio pragmatico, efficace e orientato alla risoluzione dei problemi, per ottenere la fiducia che il Wto possa essere all’altezza delle aspettative dei suoi membri.

Che impatto ha avuto e avrà il coronavirus sulle dinamiche dell’Organizzazione?

La pandemia ha portato con sé incertezze e nuove sfide a livello globale, con un impatto profondo sui commerci internazionali, costringendo aziende e governi a ristrutturare le loro catene di approvvigionamento. Il Wto è uno strumento indispensabile per gestire i fenomeni globali in modo collettivo, positivo e pacifico. Il commercio e le politiche commerciali possono aiutare le società a soddisfare i loro bisogni nell’era post Covid-19, favorendo un percorso più sostenibile e resiliente. Il Wto deve far sì che il commercio assuma questo ruolo cruciale, promuovendo un ambiente commerciale più favorevole, aperto e resiliente contro le sfide future.

Che impatto, invece, sulla sfida delle riforme dell’Organizzazione?

La pandemia da Covid-19 ha significativamente ridotto il commercio globale. Tuttavia, considero il Covid-19 e l’era post-pandemica come un’opportunità. I Paesi tendono a fare del loro meglio durante le crisi, come le persone ottengono i risultati migliori sotto stress: lo stesso Wto e persino il Gatt sono stati creati in contesti molto difficili. Quindi, perché non ripensare alcune regole, processi e introdurre nuove idee ai membri, in modo da garantire che questa nave sia guidata nella giusta direzione?

Per cambiare il Wto serve anche una riforma del sistema di governance?

Una riforma a livello di governance deve essere uno degli obiettivi principali. Il direttore generale deve poter utilizzare le risorse del Wto per supportare il processo negoziale. Va inoltre costituita una delivery unit all’interno dell’ufficio del direttore generale, responsabile di indirizzare l’assistenza verso quegli Stati che ne hanno bisogno. Credo altresì che la Conferenza ministeriale si debba svolgere annualmente, in modo da incoraggiare la partecipazione attiva e coerente degli Stati membri, rafforzarne le relazioni, nonché aumentare la trasparenza grazie a un rinnovato sistema di notifica.

Si può e deve implementare la cooperazione con le altre organizzazioni internazionali?

In questo momento storico è necessario salvaguardare lo spirito multilaterale: il livello di interconnessione che abbiamo raggiunto oggigiorno deve essere gestito, per quanto possibile, in modo collettivo e condiviso. Istituzioni come il Wto promuovono e proteggono i valori del multilateralismo e la sua leadership deve riflettere questo approccio.

In che modo?

È essenziale che i membri del Wto eleggano un candidato che sia un facilitatore imparziale e non legato a nessuna dinamica partigiana. La priorità è riconquistare credibilità e questo può avvenire solo attraverso trasparenza e coinvolgimento di tutti gli attori, sia all’interno del Wto sia con le altre istituzioni internazionali. Quello che vorrei proporre è una soluzione integrata. Importante sarà anche la condivisione dell’esperienza di coinvolgimento degli stakeholder, un’area dove il Wto può trarre benefici dagli esempi di altre organizzazioni internazionali.

Che cosa porterebbe della sua esperienza di Vision 2030 e della sua esperienza in quel progetto al Wto?

Ho una solida esperienza nell’avviare e implementare processi di trasformazione, qualcosa di cui il Wto ha estremo bisogno. Sono stato fortemente coinvolto nel processo di diversificazione economica in corso in Arabia Saudita, nell’ambito dell’ambizioso programma Saudi Vision 2030 per un’economia che riduca ulteriormente la sua dipendenza dal petrolio. Il programma di trasformazione economica ha previsto importanti iniziative per agevolare la modalità di fare affari nel Regno, un ingrediente chiave per il successo del commercio globale.

Che cosa c’è nell’agenda dei suoi primi 100 giorni al Wto?

In qualità di direttore generale, ho intenzione di partire in quarta, incontrando i membri con un programma di cambiamento, con l’obiettivo di preparare la strada per una Conferenza ministeriale positiva nel giugno 2021. Come direttore generale, ho in programma di destinare il 50% delle risorse al coinvolgimento degli Stati membri, il 40% per le riforme e i progressi del Wto e il 10% per la gestione e l’amministrazione. Farò un’analisi approfondita per capire le questioni dal punto di vista che interessa i membri.

La proprietà intellettuale è uno dei temi centrali della presenza italiana al Wto, così come della disputa tra Stati Uniti e Cina. Da dove ripartire?

Il principale compito del direttore generale sarà quello di assicurarsi che il sistema funzioni come previsto. La direzione generale deve sostenere i progressi delle riforme, e può farlo solo da una posizione di imparzialità. Per quanto riguarda la proprietà intellettuale, l’accordo Trips ha introdotto per la prima volta le regole della proprietà intellettuale nel sistema commerciale multilaterale, un riconoscimento giuridico dell’importanza dei legami tra proprietà intellettuale e commercio. Il Trips si aggiunge alle convenzioni e agli standard internazionali esistenti e, nella misura in cui vi è una differenza di interpretazione, il Wto deve fornire uno strumento per risolvere il problema, sia attraverso un sistema di risoluzione delle controversie funzionante ed equo, sia attraverso la negoziazione. Fino a quando il Wto non funzionerà correttamente, le regole esistenti non saranno monitorate e applicate, e non ne saranno negoziate di nuove. Per questo motivo una direzione generale forte ed esperta deve portare tutti i membri al tavolo delle trattative, per ottenere risultati che vadano a beneficio di tutti.


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