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Pacifico, ma non troppo. Australia, Giappone e India insieme per contenere la Cina

I governi di Australia, Giappone e India stanno pensando di lanciare una Supply Chain Resilience Initiative al fine di  ridurre la dipendenza economica dalla Cina, “resa necessaria dal comportamento politico e militare aggressivo di Pechino”, come sottolinea il giornale indiano Economic Times.

L’iniziativa, proposta per la prima volta dal Giappone, sta ora prendendo forma ed entro la prossima settimana si terrà la prima riunione dei ministri del Commercio dei tre Paesi. L’obiettivo di Tokyo — interessata anche a entrare nel club Five Eyes, come raccontato e analizzato da Formiche.net — è di lanciare entro novembre l’iniziativa, che poi potrebbe essere allargata anche ai Paesi membri dell’Asean (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico).

L’Economic Times scrive: “Solitamente Nuova Delhi considererebbe con cautela qualsiasi proposta del genere in quanto sarebbe vista come un’alleanza contro la Cina. Questa volta il governo sembra aver accolto l’appello ai massimi livelli per entrare a far parte della filiera globale, per emergere così come alternativa alla Cina”. Un’opportunità a cui ha fatto riferimento anche il primo ministro Narendra Modi nel suo discorso di sabato in occasione della Giorno dell’indipendenza, sostenendo che le aziende iniziano a vedere l’India come un possibile “hub per le catene di approvvigionamento” e che ora anche il Paese deve “farlo per il mondo”.

L’iniziativa “è una risposta diretta ad aziende ed economie preoccupate per il comportamento politico cinese e per l’interruzione che potrebbe portare alle catene di approvvigionamento”, continua il giornale indiano. E sottolinea come il primo ministro giapponese Shinzo Abe, a seguito del coronavirus, abbia già istituito un fondo da 2 miliardi di dollari per aiutare le aziende giapponesi a tornare dalla Cina, mentre Australia e Stati Uniti hanno stipulato un accordo per creare una catena di approvvigionamento China-free per le terre rare.

L’asse anticinese nel Pacifico è commerciale. Ma non solo: è militare, e coinvolge ancor più direttamente gli Stati Uniti. Infatti, sabato prossimo il ministro della Difesa del Giappone, Taro Kono, incontrerà il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Mark Esper, in occasione della visita di quest’ultimo all’isola di Guam. In cima all’agenda dei lavori Cina e Corea del Nord. Come ricorda l’Agenzia Nova, il capo del Pentagno ha già tenuto una videoconferenza con Kono all’inizio dello scorso luglio assieme all’omologa australiana Linda Reynolds, nel corso della quale è stata riaffermata la “forte opposizione” a qualsiasi azione che possa alterare lo status quo o aumentare le tensioni nel Mar cinese orientale e nel Mar cinese meridionale.


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