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La strategia del Rose garden. Così Trump prova la rimonta su Biden

Si estende l’epidemia di coronavirus negli Stati Uniti, al ritmo di 60 mila casi al giorno, e si allarga il fossato nei sondaggi tra Joe Biden e Donald Trump: il candidato democratico alla Casa Bianca è 15 punti avanti al magnate presidente candidato alla sua rielezione, secondo un rilevamento Abc / Washington Post; fra quanti sono sicuri di votare, il vantaggio di Biden è di 11 punti.

A poco più di cento giorni dall’Election Day del 3 Novembre, Biden ha il 55% delle preferenze degli elettori, contro il 40% di Trump. A maggio, secondo lo stesso sondaggio, Biden era già avanti, ma di dieci punti; a marzo, prima che l’epidemia si rivelasse in tutta la sua gravità, solo di due – margine nell’ordine di errore del rilevamento -.

Per tutta risposta, Trump torna a seminare il dubbio sulla sua accettazione di un risultato negativo.

Secondo gli analisti di Abc e WP, il presidente sta pagando l’impennata dei contagi e la percezione che l’epidemia sia fuori controllo. “Le prospettive di Trump di vincere a novembre dipendono A) dalla sua capacità di motivare la sua base di entusiastici sostenitori e B) di convincere larga parte del pubblico sostanzialmente scettico che lui sta affrontando il coronavirus in modo efficace”.

I dati e le sue scelte, al momento, non lo aiutano. Secondo la Johns Hopkins University, ci sono stati domenica negli Stati Uniti quasi 64 mila nuovi contagi e quasi 600 decessi. Alla mezzanotte sulla East Coast, il totale dei casi superava i 3.773.000 e quello delle morti le 140.500: gli Usa sono in cifre assolute il Paese più colpito al Mondo.

Ma Trump, intervistato dalla Fox News, sostiene che i numeri “sono fuorvianti, ingannevoli”: “Abbiamo il più basso tasso di mortalità al mondo – il che non è vero, ndr – e i contagi sono così tanti solo perché facciamo molti più test degli altri Paesi”. Sulla base di questa convinzione, l’Amministrazione intende ridurre i fondi per i test. “Il mondo ci invidia”, ha aggiunto il magnate, definendo il virologo più prestigioso degli Stati Uniti, Anthony Fauci, “un po’ allarmista”.

A Chris Wallace, che gli chiedeva se accetterebbe o meno un’eventuale sconfitta il 3 Novembre, Trump ha risposto: “Non mi piace perdere … Non dico né no, né sì… Vedremo…”. Il magnate rimane fortemente contrario all’ipotesi del voto per posta di fronte all’emergenza pandemia: “Sarebbero elezioni truccate”.

Nell’intervista, Trump ha pesantemente attaccato Biden, descrivendolo come una persona anziana – ha tre anni più di lui – e instabile, completamente in mano alla sinistra radicale e socialista che vuole distruggere gli Usa e ridurli come il Venezuela. “Joe non sa mettere due frasi insieme … ogni tanto lo trascinano fuori dal seminterrato, gli fanno delle domande, lui legge il gobbo e poi lo riportano giù … Joe non sa di essere vivo”: il Paese – dice il magnate – “non può avere come presidente un uomo che è distrutto, mentalmente distrutto”.

La strategia degli insulti, delle calunnie e degli attacchi personali si rivelò vincente nel 2016 contro Hillary Clinton. Pagherà pure quest’anno? Il nuovo manager della campagna Trump, Bill Stepien, sarebbe l’artefice del cambio di tattica registrato nelle ultime ore: rinuncia ai grandi meeting e conversione ai comizi online; e, inoltre, quella che i media Usa chiamano ‘Rose Garden Strategy’, con convocazioni a sorpresa dei media alla Casa Bianca per briefing da trasformare in comizi, come il magnate presidente ha già fatto nei giorni scorsi.


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