Un parere quasi unanime sul primo scontro televisivo tra Donald Trump e Joe Biden c’è stato: troppe interruzioni, troppe frasi spezzate, incompiute. Il dibattito peggiore della storia, lo hanno definito diversi osservatori, difficile spesso seguire il filo del discorso dei due candidati di Usa 2020.
Il presidente si è mostrato preparato e fermo sui suoi cavalli di battaglia, dall’economia alla “legge e ordine”, ma rischia di essere giudicato solo per le troppe interruzioni al rivale democratico: probabilmente gli sarebbe giovato lasciarlo parlare di più. Trump comunque ha dominato, secondo numerosi analisti, nel bene e nel male. La maggiore critica che gli è stata mossa, quella di non condannare in maniera decisa i suprematisti bianchi.
L’ex numero due di Barack Obama ha tenuto forse più delle aspettative, sebbene abbia mostrato il fianco in diverse circostanze e tradito spesso mancanza di autorevolezza.
Non è chiaro tuttavia quanto il dibattito di ieri sera sposterà le convinzioni degli elettori, soprattutto degli indecisi. “Questo dibattito non sembra aver cambiato nulla. I commenti su Twitter suggeriscono una risposta piuttosto negativa nei confronti di entrambi i candidati, ma nulla che possa cambiare la traiettoria della gara”, ha spiegato Chris Jackson, vice presidente di Ipsos. Anche perché mancano solo cinque settimane al giorno delle elezioni, e il voto per corrispondenza è già in corso in alcuni Stati chiave.
“Donald Trump sta essenzialmente affrontando tre nemici in questa campagna: il coronavirus, Joe Biden e il calendario”, ha detto Neil Newhouse, sondaggista repubblicano. Per diversi analisti, mentre nel 2016 gli attacchi dell’allora candidato del Grand Old Party a Hillary Clinton sono stati circostanziati e senza tregua, questo è stato più difficile — sinora — nella corsa per la conquista del secondo mandato. “L’elettore medio ha bisogno di ascoltare lo stesso messaggio otto volte anche solo per ricordarlo, figuriamoci per crederci, e la maggior parte degli elettori non passa le giornate a consultare le notizie sulla politica”, ha sottolineato Ben LaBolt, ex collaboratore della campagna di Obama e della Casa Bianca: “Trump ha tirato molte frecce contro il tabellone, ma nessuna ha fatto centro”.
In sostanza, alcuni ritengono che finora nessuno degli attacchi del commander-in-chief al rivale democratico abbia avuto la risonanza di quelli sferrati quattro anni fa prima ai rivali nelle primarie Gop, e poi alla candidata dell’Asinello. Nel dibattito di ieri sera, tra le accuse reciproche, quella più a effetto di The Donald è quando ha detto a Biden: “Ho fatto di più io in 47 mesi che tu in 47 anni”. Per l’ex vice presidente, la frase più ritwittata, diventata subito un tormentone in rete, è stata quando ha affermato: “Puoi stare zitto per cortesia?”.
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