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Droni e intelligenza artificiale. Leonardo premia l’innovazione con Pisano e Manfredi

Open innovation, collaborazione accademia-industria e accelerazione sulle tecnologie abilitanti, a partire dall’intelligenza artificiale. È la strada italiana per la rivoluzione digitale, che passa anche dal Recovery Fund, emersa oggi dalla parole dei ministri dell’Innovazione Paola Pisano e dell’Università e ricerca Gaetano Manfredi, ospiti d’onore della premiazione del Drone Contest, prima edizione del progetto sviluppato da Leonardo che vede sei diversi atenei della Penisola fronteggiarsi a colpi di voli di droni guidati dall’intelligenza artificiale. Con l’amministratore delegato Alessandro Profumo c’erano anche (via web) il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il sindaco di Torino Chiara Appendino. L’obiettivo, ha spiegato Profumo, è alimentare “un ecosistema dell’innovazione”.

IL PROGETTO…

Sviluppato dalla One Company, il Drone Contest si presenta come progetto di “open innovation” della durata di tre anni. Avviato ufficialmente a novembre 2019, terminerà nel 2022, con la partecipazione di sei diversi atenei della Penisola. Leonardo sta infatti sostenendo le attività di sei dottorandi (uno per università) del Politecnico di Torino, di Milano, delle Università di Bologna, S. Anna di Pisa, Tor Vergata di Roma e Federico II di Napoli. Sono impegnati a progettare e sviluppare sistemi a guida autonoma per droni, mettendo a fattor comune risorse e conoscenze universitarie e aziendali. Ogni anno, i team dei dottorandi si confrontano in una competizione.

...E LA GARA

È successo la scorsa settimana a Torino, su un campo-gara di venti metri per dieci, con ostacoli fino a tre metri d’altezza e dieci piazzole di atterraggio. Senza pilotaggio remoto, ma solo con tecnologie di intelligenza artificiale, i velivoli dovevano seguire nel minor tempo possibile un percorso stabilito, poggiandosi sulle piazzole dotate di apposito QR-code. L’obiettivo era centrarne il più possibile con un singolo volo. Ne ha centrate tre, ricostruendo il 70% dell’area, il team del Politecnico di Milano, vincitore con il dottorando Gabriele Roggi. Sul podio anche i team dell’Università di Bologna e della Federico II di Napoli, fermatisi a due atterraggi ciascuno. Premio speciale della giuria al team dell’ateneo bolognese (e al dottorando Lorenzo Gentilini) per il minor numero di problemi tecnici riscontrati durante la competizione

E ORA?

E ora le sfide aumentano, in vista delle prossime competizioni, ha spiegato Laurent Sissmann, Unmanned systems manager di Leonardo. “Di anno in anno – ha detto – aumenteranno le difficoltà; le problematiche diventeranno più complesse, interdisciplinari, al limite dell’impossibile, così da far crescere le squadre”. Si punta a rendere più complessi gli ostacoli, a inserire target in movimento o condizioni meteorologiche variabili. “Come succede nella Formula 1, le quadre potranno comunque venire a Torino, nell’area che rimane attrezzata per permettere loro di testare i rispettivi progetti”, ha spiegato Sissmann.

L’INNOVAZIONE SECONDO LEONARDO

In prospettiva, l’obiettivo è “fare sistema” su una tecnologia destinata a cambiare molti aspetti della nostra vita quotidiana. Il Drone Contest, ha notato l’ad di Leonardo Alessandro Profumo, “sperimenta le tecnologie e le possibilità offerte dall’intelligenza artificiale applicata al volo autonomo, una sinergia che porterà allo sviluppo di sistemi intelligenti che possono essere impiegati in missioni civili e militari”, dal soccorso al pattugliamento, dalla rivelazioni di dati alla consegna a domicilio. In più, ha rimarcato, “coinvolge e veicola il mondo accademico e della ricerca, creando un modello di cooperazione virtuoso con l’industria”, una “contaminazione importantissima”.Tra cooperazione con università, centri di ricerca, distretti tecnologici e filiere di Pmi all’avanguardia, la One Company punta a create “un ecosistema dell’innovazione” che consenta “di assicurare un futuro in cui saremo tutti più forti di prima e per il quale avremo creato un indotto di alto livello tecnologico di cui beneficia l’intero Paese”.

L’INVESTIMENTO PER IL DOMANI

“È un investimento per il domani e per un progresso sostenibile, che pone le competenze e le capacità delle persone al centro di questo sviluppo”, ha notato ancora Profumo. E così, ha aggiunto, il Drone Contest sarà anche “terreno fertile per coltivare nuove figure professionali altamente specializzate, e allo stesso tempo che possa favorire l’inserimento di giovani talenti in un futuro contesto lavorativo collegato a queste nuove tecnologie”. D’altra parte, ha spiegato il ministro Manfredi, stiamo vivendo “una grande transizione digitale”, destinata a lasciarci “tecnologie abilitanti quali strumenti indispensabili di innovazione”. In tal senso, ha detto, “il settore della guida autonoma si presenta tra i più performanti; l’impiego dell’intelligenza artificiale rappresenta la svolta determinante per fare in modo che i sistemi possano raggiungere livelli di performance di altissimo livello per servizi innovativi alla società”. Eppure, la prima innovazione del Drone Contest è nella sua stessa natura di “partenariato tra accademia e impresa”, ha spiegato Manfredi. Nelle proposte del Recovery Fund, ha rimarcato, ci sarà un “uso massiccio” di tale formula proprio per creare “talento e fucine di competenze”.

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE…

Concorde la ministra Paola Pisano. Citando il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres sui rischi dei monopoli digitali e il magistrato Giovanni Buttarelli (il padre del Gdpr europeo scomparso lo scorso anno) sul proletariato digitale, la titolare dell’Innvazione ha notato come “l’intelligenza artificiale, la gestione dei dati e la privacy stiano entrano preponderantemente nella nostra società e stiano facendo riflettere molti soggetti su quale beneficio può portare, con quali precauzioni, questo strumento”. Tale campo, ha aggiunto riprendendo lo studio del Cini, “genererà cambiamenti sociali ed economici molto più profondi di qualsiasi altra rivoluzione tecnologica nella storia dell’umanità”. Bisogna dunque essere pronti alla sfida, prima di tutto in campo europea. “Un’Europa pronta per il digitale deve mirare al bene comune e a soluzioni sostenibili – ha detto la Pisano – Big data, Ia e Internet delle cose dovrebbero puntare allo stesso sviluppo sostenibile, ambientale, economico e sociale”.

…PER LE PROSSIME GENERAZIONI

È ciò su cui sta lavorando il dipartimento per la Trasformazione digitale, alle dipendenza del ministero dell’Innovazione. C’è ad esempio il progetto condotto con la Fondazione Leonardo per l’uso dell’intelligenza artificiale nella Pubblica amministrazione. C’è poi la “Call for an AI Ethics” promossa con la Pontificia accademia per la vita, Microsoft, IBM e la Fao, a sostegno di un approccio etico all’intelligenza artificiale. Ci sono inoltre le iniziative internazionali come la Global partnership on artificial intelligence (Gpai) a cui l’Italia partecipa. Tutto mantenendo un orizzonte ampio verso il futuro. “In questo veloce cammino verso un ancora inesplorato e imprevedibile futuro digitale – ha detto Paola Pisano – ricordiamoci sempre delle generazioni che verranno e dei valori fondamentali: rispetto delle idee e della dignità umana, rispetto per le categorie svantaggiate e gli individui più deboli”. La visione tecnologica, ha concluso, “deve rimanere etica e questo sarà un impegno che il nostro paese e l’Europa dovrà preservare per le future generazioni”.

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