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Putin e i suoi tramano contro Biden. Le accuse della Cia

Neanche il tempo che Twitter s’indignasse davanti al tentativo del presidente statunitense Donald Trump di evitare una domanda sugli autori dell’avvelenamento dell’oppositore russo Alexei Navalny. Il Washington Post ha rivelato che il presidente russo Vladimir Putin e alcuni dei suoi più stretti collaboratori stanno “probabilmente conducendo” un’operazione per influenzare l’esito delle elezioni americane a danno del candidato democratico Joe Biden. Coinvolto anche un parlamentare ucraino legato al legale del presidente Trump, Rudolph Giuliani. È quanto emerge da un documento top secret della Cia rivelato al giornale da due fonti che ne hanno avuto accesso.

Secondo queste ultime, il 31 agosto scorso la Cia ha fatto circolare una valutazione riguardante gli sforzi messi in atto dalla Russia per interferire nelle elezioni di novembre. Tale documento era contenuto in un rapporto interno, coperto dal massimo riserbo, chiamato Cia Worldwide Intelligence Review. La valutazione è stata fatta su input della National Security Agency e dell’Fbi e sulla base di decine e decine di informazioni ricavate da fonti di intelligence. All’interno un’analisi condotta sulle attività del parlamentare ucraino Andriy Derkach per disseminare informazioni denigratorie su Biden all’interno degli Stati Uniti attraverso le lobby, il Congresso i media e personaggi vicini al presidente. L’Ufficio del direttore dell’intelligence nazionale e il Tesoro statunitense hanno identificato il deputato come agente russo: il Tesoro, in particolare, meno di due settimane ha deciso di sanzionarlo. Una decisione così commentata da Giuliani al New York Times: “Non ho ragione di credere che sia un agente russo” ma aggiungendo “Come faccio a saperlo?”.

“Riteniamo che il presidente Vladimir Putin e i più alti funzionari russi siano a conoscenza e stiano probabilmente guidando le operazioni russe volte a denigrare l’ex vicepresidente e alimentare discordie in vista delle elezioni di novembre”, recita il documento in apertura. La valutazione non cita per nome Giuliani, che ha lavorato con Derkach per mesi, limitandosi a fare riferimento alle interazioni tra Derkach e una “figura di primo piano” legata alla campagna di Trump.

Al centro del rapporto tra Giuliani e Derkach ci sono i rapporti tra Biden e l’ex presidente ucraino Petro Poroshenko. Un mese fa Trump aveva rilanciato un tweet con le registrazioni audio del 2016 (diffuse proprio da Derkach) in cui il candidato democratico vincola lo stanziamento di aiuti da un miliardo di dollari alla cacciata dell’allora procuratore generale ucraino Viktor Shokin, accusato di corruzione. Secondo Giuliani, che ha incontrato Derkach a Kiev a dicembre e a New York quest’anno, i nastri mostrano che Biden stava lavorando per proteggere suo figlio Hunter, che all’epoca era nel consiglio della compagnia di gas ucraina Burisma. Accuse che però non trovano riscontri negli audio a oggi diffusi.


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