Skip to main content

Nuovo rinvio per Vega. Venti di quota e programmi futuri per il lanciatore italiano

Questo lancio non s’ha da fare. I bravi in questione sono gli alti venti i quota che soffiano sull’America centrale, mentre il povero Don Abbondio è interpretato dal lanciatore italiano Vega, in attesa ormai da mesi di tornare a volare. La missione VV16 dalla base di Kourou, in Guyana francese, era programmata a marzo, bloccata dal Covid-19 e riprogrammata per il 18 giugno. Da allora, quattro rinvii hanno fermato il countdown, tutti per la stessa ragione: gli alti venti di quota. Il quarto rinvio sposta ulteriormente il lancio, ora fissato al 17 agosto.

LE CONDIZIONI METEO

Lo ha comunicato Arianespace, l’azienda francese che opera il lancio. Nessun problema al lanciatore né ai preziosi 53 payload che trasporterà in orbita (per 21 clienti). La ragione è tutta da attribuire al meteo, e in particolare ai venti da est sulla rotta verso nord, verso le orbite polari puntate da Vega. Generalmente, i venti di alta quota non rappresentano un problema durante un lancio nominale, ma possono provocare, in caso di anomalie di volo, la caduta di detriti sulle aree popolate, sebbene con una probabilità estremamente bassa. “Senza alcun miglioramento delle condizioni meteorologiche atteso nel breve periodo – si legge nel comunicato – Arianespace ha deciso di posticipare il volo VV16 fino al 17 agosto, quando le previsioni sembrano più favorevoli”. Nel frattempo, verranno ricaricate le batterie del lanciatore e dei satelliti, così da soddisfare le condizioni di sicurezza e preservare la prontezza operativa della missione. “I requisiti di sicurezza sono della massima importanza e pertanto dobbiamo rispettarli scrupolosamente nell’interesse di tutte le parti”, ha detto Giulio Ranzo, amministratore delegato di Avio, l’azienda di Colleferro che realizza il vettore. “Avio – ha aggiunto – farà del suo meglio per ottimizzare l’uso di tempo e risorse nell’interesse dei propri clienti e stakeholder, minimizzando al massimo gli inconvenienti”.

OBIETTIVO TRE LANCI (VERSO VEGA C)

Anche perché, nel frattempo, da Kourou dovrebbe partire il prossimo 28 luglio il più grande vettore europeo Ariane 5, destinato a portare in orbita geostazionaria tre satelliti per telecomunicazioni. Per Vega, nonostante il rinvio della sedicesima missione, l’obiettivo resta realizzare tre lanci entro la fine dell’anno, in vista poi del debutto della nuova versione, Vega C, sempre realizzata dalla Avio di Colleferro. La posticipazione per VV16, spiega l’azienda italiana, dà “l’occasione per condurre alcune attività aggiuntive sulla rampa di lancio in preparazione del volo inaugurale di Vega C, inizialmente pianificate entro la fine dell’anno e ora anticipate a luglio”.

UN DISPENSER PER PICCOLI SATELLITI

L’attesa per il VV16 resta comunque elevata, sia per il ritorno al lancio dopo quasi un anno dal fallimento di VV15 (l’unico dopo quattordici successi di fila), sia per il debutto del sistema Small spacecraft mission service (Ssms), un dispenser frutto della collaborazione tra società italiane e della Repubblica Ceca, con la penisola nel ruolo di capofila. Servirà a portare su orbite diverse, con un unico lancio, ben 53 satelliti. L’obiettivo è intercettare i bisogni del mercato in un settore sempre più competitivo, puntano al segmento in maggiore espansione: quello dei satelliti di piccole dimensioni.

IL MINI LABORATORIO

Tra l’altro, tra i clienti che attendono il lancio di Vega c’è anche l’Agenzia spaziale italiana (Asi). Il cubesat Dido-3 a bordo di Vega è infatti frutto della collaborazione tra l’agenzia nazionale e l’omologa israeliana. Si tratta di un vero e proprio laboratorio orbitante (in miniatura) per esperimenti di microbiologia e farmacologia in microgravità, controllati da remoto tramite un’applicazione mobile. Per la parte italiana, gli esperimenti coinvolgono l’Università di Napoli Federico II, l’Università di Roma 2 Tor Vergata, l’Università di Bologna e l’Università di Roma 3.

UNA PARTENZA DIFFICILE

Anche loro dovranno attendere il miglioramento delle condizioni meteorologiche, per una partenza che si sta dimostrando non proprio semplicissima. La sedicesima missione del lanciatore era in programma a marzo, poi bloccata dalla chiusura della base di lancio di Kourou imposta dalla pandemia. I tecnici di Avio (circa 70) sono rientrati abbastanza presto nella base per preparare il lancio, non prima però dell’adozione delle necessarie misure di sicurezza, compresa una quarantena di due settimane. Data della partenza fissata al 19 giugno. Poi, a 24 ore dall’accensione dei motori, gli alti venti di quota hanno costretto a un primo rinvio di due giorni. Poi un altro, e un altro ancora, più lungo per la persistenza di condizione sfavorevoli. Ora, il rinvio più lungo, nell’aria dopo il recente stop di domenica scorsa.

LE INCERTEZZE DEI LANCI SPAZIALI

Il rinvio di lanci spaziali non è certo cosa anomala, tra problemi tecnici e condizioni meteorologiche, sono molte le false partenze e i rinvii. A quindici minuti dalla partenza, il maltempo fermò lo scorso 22 maggio pure il debutto della capsula Crew Dragon di SpaceX, costringendo al rinvio un evento dalla portata storica, con il presidente Donald Trump costretto a tornare in Florida tre giorni dopo. Lo scorso dicembre, i problemi al lanciatore Soyuz fermarono per 24 ore il debutto della seconda generazione di Cosmo-SkyMed.

×

Iscriviti alla newsletter